CI MANCAVA SOLO UNA GUERRA FRA IRAN E ISRAELE

11/4/24 – L’ultima cosa di cui questo povero pianeta aveva bisogno era di un conflitto diretto fra Israele e Iran, una potenza nucleare consolidata e un’altra che lo sta diventando, o che lo è appena diventata. Eppure sembra quasi ineludibile. Come non bastassero la pericolosa guerra in Ucraina e il conflitto impantanato di Gaza. Fonti dell’intelligence americana citate da Bloomberg affermano che l’Iran potrebbe nei prossimi giorni  attaccare con missili di alta precisione e droni le strutture militari e governative di Israele. Per gli americani l’attacco potrebbe essere “imminente”. Tel Aviv prepara già la risposta. E gli israeliani fanno scorte di generi di prima necessità. L’Iran nei giorni scorsi ha annunciato che colpirà lo stato ebraico dopo che Israele ha attaccato con un drone una dependance del consolato iraniano a Damasco, uccidendo due importanti generali di Teheran. Una iniziativa ad alto rischio da parte di Israele, già impegnato nella guerra contro Hamas a Gaza e in un conflitto per ora a distanza con Hezbollah lungo il confine con il Libano. Lo stato ebraico da tempo considera l’Iran come il suo più pericoloso nemico, soprattutto da quando Teheran è in grado di fabbricare la ‘sua’ bomba atomica. Non è chiaro se l’abbia già fatto o stia per farlo.

consiglio di guerra iraniano, caricatura Haaretz Cartoon

L’attacco di Damasco è stato come un calcio in un vespaio. Una provocazione cui Teheran difficilmente potrebbe non reagire. Il premier israeliano Netanyahu, impantanato in scandali di corruzione e a minimi storici di popolarità per non avere saputo impedire i massacri e le atrocità di Hamas il 7 ottobre nel sud del paese, potrebbe trarre beneficio da un inasprimento dei conflitti, ritengono i suoi oppositori interni. Che gli permetterebbe di rinviare alla fine della guerra, o delle guerre, la probabile caduta del suo governo di estrema destra. E’ accusato anche di avere gestito male la guerra di Gaza. Ma l’Iran non è Hamas. È un avversario molto più pericoloso, una potenza politica e militare regionale.  Forse già anche atomica. Una guerra fra Teheran e Tel Aviv finirebbe di incendiare il Medio Oriente. Gli alleati di Teheran sono pericolosi. Hezbollah in Libano, le milizie sciite in Irak, la Siria di Bashar al Assad, gli Houtis nello Yemen, oltre ad Hamas a Gaza. Che però è indebolita dai sei mesi di guerra con Israele.  Senza contare che la guerra in Ucraina, e la demonizzazione di Mosca da parte dell’Occidente, hanno avvicinato Russia e Iran. E Teheran a Cina e Corea del Nord. Tutte potenze nucleari.

Il leader supremo iraniano Ali Khamenei (TOI)

L’attacco di Israele contro il consolato iraniano di Damasco ha così posto ancora di più il Medio Oriente su un barile di dinamite.  Il presidente americano Joe Biden,  nonostante le tensioni delle ultime settimane con Netanyahu, ha giurato un “impegno d’acciaio” al fianco di Israele contro l’Iran e i suoi alleati. Non escludendo un intervento americano accanto a Israele se ci sarà un attacco di Teheran. “Faremo tutto quello che possiamo per difendere Israele”. Contemporaneamente Washington ha però chiesto ad alcuni paesi arabi, Iraq, Qatar, Arabia Saudita e Emirati Arabi, di premere su Teheran per evitare lo scontro diretto.

La situazione è comunque esplosiva. L’ossessione anti-Iran di Israele ha spinto cinque anni fa gli Usa a stracciare gli accordi della comunità internazionale con Teheran, che si era impegnato a fermare il proprio programma nucleare militare e stava normalizzando i rapporti con il mondo occidentale. Una decisione assurda. Che oggi rischia di scatenare un conflitto molto pericoloso, e non solo per il Medio Oriente.

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francescocerri

Giornalista Internazionale. Nato come specialista di politica europea e di sicurezza. Inviato a Sarajevo durante la guerra dei Balcani, e al Tribunale Penale Internazionale al processo Milosevic. Corrispondente in Israele/Palestina durante l'intifada, in Turchia durante la guerra in Siria e la rivolta di Gezi Park. In Spagna , con gli indignados, e Portogallo. Presidente onorario della stampa parlamentare europea. Cavaliere della Repubblica.

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