Da mezzo secolo la Turchia occupa metà di Cipro, in totale impunità. Dove sono i ‘difensori della democrazia’ in Ucraina?

23/7/2024 – Un triste anniversario per Cipro, l’Isola dell’Amore’ che vide nascere in una esplosione di schiuma la bellissima Afrodite. Nel luglio 1974 l’isola  è stata invasa dall’esercito turco. In pochi giorni i militari di Ankara hanno brutalmente occupato il nord dell’isola. Prendendo come pretesto un putsh da operetta tentato dalla giunta militare allora al potere in Grecia. Seminando atrocità e terrore fra gli abitanti greco-ciprioti. Omicidi, stupri, torture. Un terrore pianificato per provocare la fuga nel panico verso sud, non appena i turchi si avvicinavano, bombardando città e villaggi, della popolazione greco-cipriota (l’80% dei 600 mila abitanti dell’isola (contro un 20% di turco-ciprioti). E una immediata pulizia etnica. 

La nascita di Afrodite, Bouguerau 1879, Musée d’Orsay, Paris

L’invasione turca ha provocato la fuga nella parte sud dell’isola di 200mila rifugiati, un terzo della popolazione. Che da allora non hanno potuto tornare nelle loro case. Dove avevano abbandonato tutte le loro cose. Convinti di tornare dopo pochi giorni. Perchè il mondo civile, pensavano, non avrebbe permesso lo stupro dell’Isola di Afrodite. E invece lo ha permesso. Guardando dall’altra parte. Certo ci sono state coraggiose dichiarazioni di condanna. L’Onu ha virilmente deplorato. Ma nessuno ha mosso un dito. E 40mila soldati turchi continuano ad occupare il nord dell’isola. Dove è stata proclamata una Repubblica turco-cipriota’ che riconosce solo la Turchia. Un ‘muro’ taglia a metà l’isola. E la sua capitale Nicosia. Dove è fatto di strade e di resti di case abbandonate, invase da erbacce, topi e cani randagi. Come Famagosta Nuova, o Varosha, fino al 1974 paradiso turistico del Mediterraneo Orientale. Oggi la più grande città fantasma d’Europa. Lo stato cipriota dimezzato da allora è entrato nell’Ue. Una forma di status quo, di tregua armata, si è stabilito nelle relazioni fra nord e sud dell’isola. Il passaggio fra una zona e l’altra è stato facilitato. Ma i 200 mila rifugiati, perlomeno quelli ancora vivi, i loro figli e nipoti, sognano sempre un ritorno. Che la massiccia presenza nel nord dell’esercito turco rende però impossibile. Ricordo il titolo di un articolo di 45 anni fa nel Journal de Genève. “L’an prochain à Famagouste” (“L’anno prosimo a Famagosta”). I famagostiani erano convinti di tornare. Perchè il mondo non avrebbe permesso… Un dramma immortalato con le sue ‘donne tristi’, il capo sempre reclinato in segno di dolore, dal più celebre artista cipriota, Xanthos Hadjisotiriou, rifugiato di Famagosta.

L’artista Xanthos Hadjisotiriou e le sue ‘donne tristi’

L’eterna e dimenticata crisi di Cipro, un paese Ue occupato dall’esercito di uno stato extra-comunitario ora islamico  guidato dal ‘sultano’ Erdogan, è una macchia indelebile per la democrazia europea. Nessuno dei paesi che hanno lanciato in Ucraina la crociata contro la Russia – con i soldi dei contribuenti europei e americani – ha proposto di fare la guerra alla Turchia per liberare Cipro. Nessuno ha chiesto sanzioni contro Ankara. Il tribunale dell’Aja non ha lanciato mandati di cattura contro Erdogan e i suoi predecessori come ha fatto con Putin. O con il premier israeliano Netanyahu. Lo stesso ‘sultano’ di Ankara, il cui esercito occupa illegalmente oltre a Cipro anche fette di territorio della Siria, si sente autorizzato a denunciare ‘l’occupazione’ israeliana di Gaza e Cisgiordania E dimenticando che la Turchia ha perpetrato il più grave genocidio (un milione di armeni) della storia europea moderna dopo quello di sei milioni di ebrei nella Germania nazista, ora si scaglia contro il presunto “genocidio” di palestinesi a Gaza. Ma chi mai ha detto che la morale in politica….

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francescocerri

Giornalista Internazionale. Nato come specialista di politica europea e di sicurezza. Inviato a Sarajevo durante la guerra dei Balcani, e al Tribunale Penale Internazionale al processo Milosevic. Corrispondente in Israele/Palestina durante l'intifada, in Turchia durante la guerra in Siria e la rivolta di Gezi Park. In Spagna , con gli indignados, e Portogallo. Presidente onorario della stampa parlamentare europea. Cavaliere della Repubblica.

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