Hamas ringrazia Sánchez, ma a Gaza la rabbia cresce

13/12/23 – Pedro Sanchez è diventato nei giorni scorsi l’unico capo di governo europeo che Hamas ha pubblicamente ringraziato

Le dure accuse contro Israele per “l’a matanza” di civili a Gaza lo hanno fatto entrare anche nel ristretto club dei leader Nato apprezzati dai terroristi islamici palestinesi.

Un club molto chiuso. Ha due membri. L’altro è il ‘sultano’ islamico turco Recep Tayyip Erdogan. L’uomo che dopo aver aiutato i feroci terroristi dell’Isis in Siria, e finanziato Hamas, ora dà lezioni umanitarie a Israele

Hamas sotto terra mentre la gente in superficie soffre (Issa Alris / X)

Sánchez, come Erdogan, è un politico astuto e opportunista. Capace di sorprendenti acrobazie politiche per restare al potere. Ha più volte escluso con forza un’amnistia per i secessionisti catalani. “Questo governo non lo accetterà.” Ma ora lo ha accettato. Continuanddo a essere capo del governo, con i loro voti

Nel 2022 abbandona la causa dell’ autodeterminazione del Sahara Occidentale (spagnolo sotto Franco), sancita dall’ONU, schierandosi con la potenza occupante, il Marocco. A Gaza ha fatto il contrario. Abbracciando la causa dei palestinesi governati con pugno di ferro da Hamas e attaccando Israele. Per rendere felici i partner governativi ostili a Israele.

Quasi dimenticando le atrocità di Hamas del 7 ottobre, il massacro di centinaia di civili israeliani – assassinati, stuprati, torturati – e  le decine di altri civili rapiti nei tunnel di Gaza.

Le principali potenze UE, Germania, Francia, Italia, invece, chiedono nuove e più dure sanzioni contro Hamas…

Le distruzioni a Gaza, i civili in fuga, le migliaia di morti, straziano il cuore.  Fanno parte della logica tragica e insopportabile di questa guerra alla quale Israele è stato costretto per eliminare Hamas, che ne minaccia l’esistenza. E che combatte usando i civili palestinesi come scudi umani.

Ma intanto cresce la rabbia della popolazione di Gaza contro Hamas, accusata ora, dopo due mesi di guerra, da molti palestinesi di essere la principale responsabile del disastro che sta travolgendo la Striscia.

Sanchez e la bandiera israeliana (Paula Andrade)

Ogni giorno sono sempre più numerose le voci dissidenti che hanno il coraggio di denunciare e sfidare la dittatura islamica di Hamas. Rischiando la vita.

L’ex ministro Yosef Almansi, secondo i24 TV, accusa Hamas di essere responsabile della “distruzione” di Gaza, “riportandola indietro di 200 anni”. “Vivere sotto Hamas è come vivere sotto l’Isis” denuncia la giornalista Monar al-Sharif, in fuga in Egitto.

Sulla Cnn altri palestinesi, a volto coperto, accusano. “Chi ci fa vivere in povertà? Non è Israele. È Hamas!” dice un uomo. “Non ho casa, non ho vita, non ho niente. Siamo condannati a soffrire a causa di Hamas”.

“Se dici che non vuoi la guerra, ti accusano di tradimento”, dice una anziana signora. Secondo un’altra donna, Hamas dirotta gli aiuti umanitari. “Non arrivano alla gente, finiscono sottoterra”… (nei tunnel di Hamas). La gente di Gaza parla più liberamentenperchè non ha più granchè da perdere. Ha giá perso tutto, o quasi.

In un’intervista alla radio palestinese, il giornalista di Gaza Muhammad Mansour ha avuto il coraggio di invocare pubblicamente “la maledizione di Allah” contro il capo di Hamas, Yahya Sinwar, responsabile dei massacri del 7 ottobre, che hanno provocato la durissima  risposta di Israele. “Sei il figlio di una creatura spregevole”, tuona, la voce alterata dalla rabbia, rivolto a Sinwar, “l’ira di Allah ti punirà per le distruzioni che ci hai inflitto”.

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francescocerri

Giornalista Internazionale. Nato come specialista di politica europea e di sicurezza. Inviato a Sarajevo durante la guerra dei Balcani, e al Tribunale Penale Internazionale al processo Milosevic. Corrispondente in Israele/Palestina durante l'intifada, in Turchia durante la guerra in Siria e la rivolta di Gezi Park. In Spagna , con gli indignados, e Portogallo. Presidente onorario della stampa parlamentare europea. Cavaliere della Repubblica.

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