Le lezioni di democrazia del Sultano Erdogan

27/12/23 – “Netanyahu? Non è diverso da Hitler!”. “Erdogan? È il genocida dei curdi!” Scambi di complimenti fra il presidente islamico sunnita turco Recep Tayyip Erdogan e il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Due politici forse più affini di quanto si possa pensare.

Da quando Hamas il 7 ottobre ha lanciato i suoi miliziani all’attacco del Sud di Israele, massacrando, torturando, violentando tutti i civili che incontravano, Erdogan si è riscoperto la fibra di leader del.mondo islamico più oltranzista.

caricatura Goutal, in Mediapart,

Non ha condannato le atrocità di Hamas, “un movimento di liberazione”, di cui ospita i leader in Turchia. Davanti alla dura risposta militare dello stato ebraico contro Hamas a Gaza si è scagliato contro Israele e il suo premier. Netanyahu, ha fulminato, “é un criminale di guerra”, il “macellaio di Gaza”. E Israele,”non solo è un assassino, ma anche un ladro”, che vuole mettere le mani su Gaza.

A pochi piace il premier israeliano, alla guida di un governo di estrema destra in parte responsabile del disastro attuale, invischiato in torbide accuse di corruzione e aggrappato al potere.

Ma certo l’ultima persona che possa dargli lezioni di morale e democrazia è Erdogan.

In oltre 20 anni al potere, il ‘Sultano’ turco, nostalgico dell’impero ottomano, ha creato una sorta di regime autoritario islamico occupando mano a mano tutti i poteri dello stato. “Ha il pieno controllo dei poteri legislativo, esecutivo, giudiziario, nonché dei media, della società civile, dei capitali, del mondo accademico”, spiega Can Dundar, direttore dello storico quotidiano laico Cumhuriet, condannato a 28 anni di carcere per avere rivelato le forniture di armi turche ai terroristi dell’Isis in Siria, ora in esilio a Berlino.

Con purghe progressive, che hanno visto finire in carcere e sotto processo migliaia di funzionari, militari, oppositori, giornalisti, ha messo a tacere le voci del dissenso. 

Oggi la Turchia, secondo le associazioni internazionali della stampa, è “il più grande carcere per giornalisti del mondo”. Ce ne sono 65 in prigione, 241sono stati perseguiti dal 2021. 

caricatura 2020 Charlie Hebdo, che provocò una crisi diplomatica con Parigi

Netanyahu, nei suoi confronti, sembra un dilettante.  Ma non solo. Anche come “macellaio” può fare progressi. Negli ultimi quindici anni Erdogan ha attuato una spietata politica di repressione contro la minoranza curda turca.

 Che si è fatta ancora più dura con la guerra in Siria, dove Erdogan ha finanziato, armato, appoggiato i miliziani integralisti sunniti dello Stato Islamico, l’Isis. Reponsabili di atrocità, massacri, migliaia di stupri. Con il duplice obiettivo, fallito, di rovesciare il presidente alevita-sciita Bashar el Assad ed eliminare i curdi siriani.

L’aviazione turca spesso è intervenuta bombardando le forze curde negli scontri con  l’Isis.  “E’ l’aviazione dell’Isis” hanno denunciato i curdi. Nel silenzio internazionale la Turchia, che ora occupa illegalmente una fetta di territorio siriano lungo la frontiera, come dal 1974 occupa la metà nord dii Cipro, continua ad attuare incursioni contro la regione curda siriana ora autonoma del Rojava.

New York Times

Insomma, Erdogan sembra l’ultima persona che possa dare lezioni. La Turchia a guida islamica gioca però sull’impunità che le da l’appartenenza allla Nato per sfuggire a denunce troppo dure occidentali. E come il Qatar a Gaza, su un ambiguo ruolo di ‘incendiario/pompiere’ nella guerra in Siria. Nonchè sul controllo delle centinaia di migliaia di profughi siriani in fuga verso l’Europa. 

“È un autocrate il cui obiettivo principale è riempirsi le tasche, e che non esita ad usare la religione, l’ideologia, lo stato e la società per il proprio interesse”.dice Dundar del Sultano. Finalmente, qualcosa in comune Erdogan e Netayahu potrebbero anche averlo.

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francescocerri

Giornalista Internazionale. Nato come specialista di politica europea e di sicurezza. Inviato a Sarajevo durante la guerra dei Balcani, e al Tribunale Penale Internazionale al processo Milosevic. Corrispondente in Israele/Palestina durante l'intifada, in Turchia durante la guerra in Siria e la rivolta di Gezi Park. In Spagna , con gli indignados, e Portogallo. Presidente onorario della stampa parlamentare europea. Cavaliere della Repubblica.

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