LO STUPRO DIMENTICATO DELLE DONNE ISRAELIANE

24/11/23 – E’ un silenzio assordante. Nell’ uragano di notizie, vere o disinformate, sulla guerra di Gaza, quasi non se ne parla. Eppure, nella scia di orrore della violenza del 7 ottobre, è un orrore forse ancora più insostenibile. Lo stupro e la violenza contro le donne israeliane, perchè donne e perchè israeliane, da parte dei miliziani sunniti di Hamas. 

Quasi fosse solo un dettaglio nella ampia tragedia della guerra. I gruppi femministi non si sentono, o poco, come le sinistre europee , alcune più impegnate a denunciare la violenza della reazione israeliana contro Hamas, la strage di civili di Gaza.Eppure si tratta di un fatto nuovo, gravissimo, pur nella già infinita scia di sangue e violenza fra Israele e i gruppi armati palestinesi. Finora i miliziani di Hamas, Jihad, e altre milizie non avevano aggredito sessualmente le donne israeliane. Questa volta, si. 

Ispirati sembra dagli orrori dell’Isis in Siria, dove i terroristi islamici sunniti hanno stuprato e usato come schiave sessuali migliaia di donne ‘infedeli’, soprattutto Yazidis. Anche Hamas sembra avere usato  il corpo delle ‘sue’ donne per seminare terrore fra il nemico. Come nel mondo arcaico dei Balcani, in in Bosnia 30 anni fa. Stuprare la donna del nemico, per umiliarlo e indebolirlo. Certo, le testimonianze nel grande caos iniziale sono venute a galla al contagocce. Innanzitutto perchè le vittime delle violenze sessuali dopo lo stupro sono state uccise. Altre forse sono ancora vive fra gli ostaggi a Gaza, rinchiusi nei tunnel blindati di Hamas. La polizia israeliana, scrive il Jerusalem Post, ha raccolto decine di testimonianze dei volontari ortodossi di Zaka, che hanno raccolto i resti di molte vittime. E documentano i segni di violenze sessuali sui cadaveri.  In un primo tempo, davanti al massacro di oltre mille civili in poche ore, fra cui 300 giovani uccisi mentre ballavano al festival di Re’im, vicino al confine di Gaza, i sanitari israeliani si sono soprattutto preoccupati di raccogliere i cadaveri, a volte fatti a pezzi, identificarli e seppellirli al più presto come vuole la religione ebraica.

Poco a poco è emerso questo orrore nell’orrore. Un paramedico dell’esercito  ha riferito di avere trovato i cadaveri di due quindicenni violentate e poi uccise con un proiettile alla testa in un kibbutz. Una ragazza, che  si era nascosta fra le sterpaglie durante l’eccidio al festival di musica, ha raccontato di avere visto un miliziano di Hamas gettare a terra una giovane e stuprarla, poi ucciderla con uno sparo nella nuca. Immagini diffuse da Hamas sui socials hanno mostrato una giovane  donna, con sangue fra le gambe, tirata per i capelli e aricata su una jeep, un’altra seminuda sul pianale di un  pick up, esibita per le strade di Gaza City.

La direttrice del Centro contro le violenze sessuali di Tel Aviv Miriam Schler, scioccata, denuncia “l’osceno tradimento delle israeliane che sono sopravvissute, o non sono sopravvissute, allo stupro”. “Tanti difensori dei diritti umani e sociali, tante femministe, hanno guardato da un’altra parte, per giustificare queste atrocità e razionalizzare gli stupri con dei “ma”: “ma, bisogna considerare il più ampio contesto…”, “ma Israele….”, “ma, non si può dimenticare la collera….”. Quasi come se lo stupro di una donna possa essere meno grave, se questa donna è israeliana e se gli stupratori  sono degli ‘oppressi’. “Oggi, dice Schlera nome delle donne israeliane, “ci sentiamo davvero molto sole”.

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francescocerri

Giornalista Internazionale. Nato come specialista di politica europea e di sicurezza. Inviato a Sarajevo durante la guerra dei Balcani, e al Tribunale Penale Internazionale al processo Milosevic. Corrispondente in Israele/Palestina durante l'intifada, in Turchia durante la guerra in Siria e la rivolta di Gezi Park. In Spagna , con gli indignados, e Portogallo. Presidente onorario della stampa parlamentare europea. Cavaliere della Repubblica.

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