21/11/23 – Oggi sembra fantascienza. Ma 25 anni fa a Gaza c’era un aeroporto internazionale, con aerei che collegavano. (quasi) liberamente la Striscia con capitali del Medio Oriente. Era stato inaugurato vicino al confine con l’Egitto il 24 novembre1998, sulla scia degli accordi di Oslo 2 del settembre 1995. Siglati da Yasser Arafat e Ytzhak Rabin. Tre anni dopo Arafat e il nuovo premier israeliano, un certo Benjamin Netanyahu, avevano concordato la creazione del Dahaniya International Airport. Palestinesi e israeliani si sentivano vicini a qualcosa di simile alla pace e alla nascita di uno stato palestinese.

Ma l’aeroporto di Gaza ebbe vita breve. E cosi le speranze di pace. Due anni dopo venne chiuso da Israele. La pista smantellata. La tensione era di nuovo alle stelle. Per la politica di colonizzazione in Cisgiordania varata da Netayahu dopo l’assassinio di Ytzakh Rabin, ucciso da un estremista religioso ebreo, e l’inizio della Seconda Intifada, quella dei kamikaze di Hamas, che sparse sangue e terrore in tutto Israele. Una maledizione biblica sembra colpire i leader di Israele che hanno cercato di imprimere una svolta nella diabolica spirale della tensione fra stato ebraico e palestinesi. Dopo Rabin, ucciso da un fanatico per avere stretto la mano dell’arci nemico il “terrorista” Arafat a Oslo, la maledizione colpi nel 2006 il premier Ariel ‘Arik’ Sharon, l’uomo che un anno prima aveva imposto lo smantellamento delle colonie ebraiche di Gaza. L’ebreo che aveva mandato l’esercito a scacciare con la forza altri ebrei dalle loro case nelle colonie del Gush Katif a Gaza. Nel gennaio 2006 il premier stramazzò colpito da un ictus. Rimase in coma vegetativo fino alla morte nel 2014.
Qualcuno ora di nuovo dovrà sfidare la ‘maledizione’ alla fine di questa guerra. Perchè dovrà assumere il difficile compito di mettere di nuovo ebrei contro ebrei. Nulla sarà come prima, dopo la guerra contro Hamas. La Striscia uscirà distrutta dai bombardamenti e dai combattimenti per sradicare Hamas. Il numero dei morti è già altissimo. E crescerà ancora: Hamas e Jihad Islamica combattono facendosi scudo della popolazione civile. Dopo l’appoggio iniziale a Israele suscitato dagli orrori del 7 ottobre, una parte crescente dell’opinione pubblica internazionale si schiera ogni giorno di più contro lo stato ebraico. Che non potrà non offrire una soluzione di pace ai palestinesi, attraverso l’Anp del presidente Abu Mazen. E’ molto improbabile che Netanyahu , indebolito dagli scandali e dalla storica sanguinosa umiliazione inflitta da Hamas a Israele il 7 ottobre, sfiduciato dal paese, resti al potere.

A capo del governo più di ultra destra della storia di Israele, Netanyahu non sarà in grado scontrarsi, come Rabin o Sharon, con gli estremisti che si opporranno a qualsiasi concessione per la pace. In Cisgiordania coloni fascistizzanti, approfittando già della guerra a Gaza ,hanno avviato una pulizia etnica, per scacciare i contadini palestinesi dai loro viillaggi. Con l’appoggio di settori dell’esercito. E di ministri di estrema destra. Quelli per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir e le finanze Bezalel Smotrich, propongono di svuotare Gaza, spingendone i 2,4 milioni di abitanti all’emigrazione. E’ certo per ora una tendenza minoritaria, denunciata con forza dalla Casa Bianca, principale sostegno mondiale di Israele. Ma che dovrà essere combattuta con la forza di un Rabin o di un Sharon, ebrei contro ebrei, dal capo del governo che uscirà dalla guerra se vorrà salvare da una crisi gravissima post bellica , interna ed esterna, lo stato ebraico.