SIRIA, ERDOGAN METTE GIACCA E CRAVATTA AI JIHADISTI, ORA SONO ‘ISLAMICI MODERATI’… CHE NE PENSANO LE SCHIAVE YAZIDI E LE DONNE AFGHANE?

9/1/25 – Siamo fortunati! Assistiamo a un vero miracolo in Siria! I sanguinari tagliatori di teste e violentatori seriali dell’Isis si sono trasformati in tolleranti ‘islamici moderati’. Che l’Occidente, dimentico di stupri e massacri, e della terribile lezione afghana, hau iniziato a corteggiare. Un miracolo firmato dal ‘sultano’ Erdogan! I nuovi signori della Siria, sono ex-miliziani di Isis e Al Qaida teleguidati dalla Turchia sunnita neo ottomana di Erdogan. Che gli ha fatto indossare giacca e cravatta. E li vende come ‘moderati’ a Usa e Europa. 

Dietro questo abile lifting c’è il molto potente ex-capo dei servizi segreti turchi Hakan Fidan, ora ministro degli esteri. Anima dannata e possibile successore di Erdogan. Già dieci anni fa, nella prima guerra di Siria, il ‘sultano’ aveva cercato di rovesciare al Assad e di mettere le mani su Damasco, appoggiando l’Isis e le altre fazioni jihadiste.  L’aiuto di Russia, Iran, delle milizie sciite di Iraq e Libano, e dei miliziani curdi avevano impedito una vittoria jihadista. E la trasformazione della Siria in un califfato vassallo della Turchia. Al secondo tentativo, ora, Erdogan ha vinto E cerca di dare, per ora, una immagine di rispettabilità al nuovo regime guidato dal ex-terrorista Isis/Al Qaida, al–Golani. Che giura di rispettare donne e minoranze. Proprio come i talebani nel 2021, quando hanno riconquistato Kabul, cacciando la coda fra le gambe in una umiliante ritirata le truppe della Nato, il patto militare “più potente del mondo”….

In Siria l’Occidente ha ripetuto già 10 anni fa il grave errore commesso in Afghanistan nel 1989. Appoggiando sanguinarie forze jihadiste sunnite per rovesciare un potere pro russo, autoritario ma laico, protettore dei diritti di donne e minoranze. Armando e finanziando un altro jihadista ‘moderato’, un tale Osama Bin Laden, futuro capo salafita di Al Qaida. e guerre afghane si sono concluse nel 2021. Con la fuga di Usa e Nato e la vittoria dei talebani. La cui promessa di rispettare  dopo avere promesso donne e minoranze ha retto solo poche settimane. Il tempo di consolidare il controllo sul paese. Ora le donne afghane, libere negli anni ’70 sotto il regime pro-sovietico, e poi dopo la sconfitta provvisoria dei talebani, sono tornate al Medio Evo. Sono animali domestici, schiave di padri, fratelli, mariti. A loro tutto ora è vietato: lavorare, studiare, uscire senza marito, padre, fratello, e senza coprirsi con burqa o niqab, parlare in pubblico. Sono frustate, percosse, insultate se non si coprono da capo a piedi, mostrano le caviglie, se escono non custodite da un uomo.

In Siria è molto probabile succeda la stessa cosa, nonostante i giuramenti tattici di al-Golani. Anche se l’Occidente cerca di dimenticare le atrocità di Isis, le megliaia di donne Yazidi stuprate e usate per anbi come schiave sessuali, dai miliziani della Jihad. Molte sono ancora nelle loro mani.  La zona di Idlib, rimasta sotto il controllo dei jihadisti di al-Golani negli ultimi anni, lo fa temere. Le donne hanno lo stesso statuto di quelle afghane… Anche l’incidente che si è prodotto durante la visita dei ministri degli esteri di Francia e Germania fa prevedere il peggio. Al-Golani si è precipitato a stringere la mano al francese Jean Noel Barrot, un uomo. Mentre si è rifiutato di toccare quella della tedesca, Analena Baerbock…. una donna.

Sarebbe interessante sentire cosa pensano del ‘miracolo di Damasco’, prodotto dalla bacchetta magica del sultano Erdogan, le migliaia di donne yazidi stuprate. O le loro sorelle ora rinchiuse nella grande prigione a cielo aperto ora chiamato Emirato Islamico dell’Afghanistan. 

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francescocerri

Giornalista Internazionale. Nato come specialista di politica europea e di sicurezza. Inviato a Sarajevo durante la guerra dei Balcani, e al Tribunale Penale Internazionale al processo Milosevic. Corrispondente in Israele/Palestina durante l'intifada, in Turchia durante la guerra in Siria e la rivolta di Gezi Park. In Spagna , con gli indignados, e Portogallo. Presidente onorario della stampa parlamentare europea. Cavaliere della Repubblica.

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