
28/10/23 – L’ex-presidente serbo Slobodan “Slobo” Milosevic aveva avuto la buona idea di morire l’11 marzo 2006 nel carcere dell’Aja, prima del giudizio del Tribunale Penale Internaziomale (Tpi). Era accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, quale presunto ispiratore delle terribili violenze (esecuzioni, sevizie, stupri di massa) delle milizie serbo-bosniache nella guerra in Bosnia.
La parte serba aveva perso la guerra, dopo lo schiacciante intervento di Usa e Nato al fianco dei musulmani bosniaci e poi kosovari. Si sa, sono i perdenti che vengono giudicati dopo le guerre. Però una condanna di Slobo, che si era difeso caparbiamente, pareva tutt’altro che sicura. La sua morte aveva evitato ai vincitori una possibile imbarazzante sentenza moderata contro un uomo che Occidente e mondo islamico avevano demonizzato.
La sedia nell’aula e la cella di Milosevic all’Aja ora sono libere. Possono accogliere i leader di Hamas.
Dopo le terribili stragi di civili in Israele il 7 ottobre, non sembrano esserci dubbi. Hamas ha commesso crimini di guerra e contro l’umanità, non meno gravi ed efferati di quelle dei serbo-bosniaci nella grande pulizia etnica che puntava a cancellare la popolazione islamica della Bosnia. Un obiettivo genocidario non dissimile da quello di Hamas: eliminare ogni ebreo dalla “Palestina”. Una analoga pulizia etnica era stata perpetrata già nel 1974 dalle truppe turche nell’ invasione del nord di Cipro, con atrocità che puntavano a terrorizzare gli abitanti greco ciprioti del nord, e farli fuggire nel sud non occupato.
I miliziani sunniti di Gaza il 7 ottobre hanno sparato a sangue freddo a centinaia di civili, solo perchè sul loro cammino, donne, anziani, bambini, neonati (alcuni decapitati). Hanno stuprato ragazze, giovani donne. Come i serbo-bosniaci 30 anni fa violentavano le donne musulmane per umiliare il nemico e per imporre gravidanze che stravolgessero l’identità etnica. A differenza dei curdi che lottavano contro l’Isis in Siria i combattenti israeliani dovrebbero incoraggiarsi cantando non Bella Ciao, ma la Marsigliese: “entendez vous dans les campagnes mugir ces feroces soldats qui viennent jusque dans nos bras egorger nos fils et nos compagnes”…

In questo, e in una svolta di disumanità, gli uomini di Hamas il 7 ottobre come quelli dell’Isis spesso drogati alle anfetamine, si sono ispirati agli islamo-nazisti in Iraq e Siria. Che, fra mille atrocità, stuprarono migliaia di donne “infedeli” in particolare Yazidi, usate como schiave sessuali. I miliziani di Hamas inoltre da tempo usano i civili di Gaza come ‘scudi umani’, collocando zone di comando, depositi di armi, lancia missili, in ospedali, scuole, edifici civili.
I capi dello “Stato Islamico” finora non sono stati chiamati dal mondo civile a rispondere delle loro atrocità (genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità), le più agghiaccianti del secolo, davanti al Tribunale Penale Internazionale. In un processo internazionale, certo sarebbe venuto alla luce l’aiuto dato all’Isis in Siria da alcune potenze sunnite alleate degli Usa come Qatar e Turchia, membro della Nato.
I capi di Hamas dovrebbero ora essere incriminati e giudicati dal Tribunale dell’Aja. Certo non sarà facile. Per quelli rimasti nei tunnel sotto Gaza potrebbe prevalere una giustizia più sommaria. Quella distribuita dai fucili e dalle bombe dell’esercito israeliano. Ma i leader più importanti vivono al sicuro nei paesi sunniti amici, Turchia e Qatar in primis. Che difficilmente li consegneranno.
Un nuovo processo di Norimberga, come quello contro i capi nazisti dopo la morte di Adolf Hitler, permetterebbe di fare chiarezza nel pantano dello spietato terrorismo jihadista, oggi probabilmente il principale fattore di destabilizzazione per la civiltà umana. Rivelando complicità, finanziamenti, coperture politiche. Ma forse proprio per questo, non si farà.