LE FOLLI MENZOGNE DI URSULA E MACRON. VOGLIONO LA GUERRA? DIAMOGLI UN ELMETTO E VADANO A COMBATTERE. LA RUSSIA NON È NOSTRA NEMICA – MASSACRO ALAWITI IN SIRIA, PILE CADAVERI IN STRADA

8/3/25 – “S’il faut donner son sang, allez donner le vôtre, vous êtes bon apôtre Monsieur le Président”. Cantavava un secolo fa il geniale Boris Vian in “Le désrteur”..(“Se bisogna versare il sangue, andate a dare il vostro Signor Presidente, siete buon apostolo”). La canzone sembra scritta, in anticipo di 100 anni, per il Napoleoncino di Parigi Emanuel Macron e gli altri leader europei, che di nuovo cercano di trascinarci in una Terza Guerra Mondiale. Proprio quando la pace in Ucraina è a portata di mano, grazie a Donald Trump e Vladimir Putin. Dopo avere alimentato per tre anni con i nostri soldi una guerra assurda e inutile, costata già la vita a centonaia di migliaia di giovani russi e ucraini, ora Macron e soci cercano di impedire che finisca. Con menzogne criminali. Che forse un giorno li porteranno davanti a un tribunale. Speriamolo.

Macron e Ursula Von der Layen hanno lanciato proclami bellici: l’Europa è in pericolo, la Russia è il memico e dobbiamo armarci per farle la guerra. Bugie comparabili con quelle di George Bush quando proclamava che Saddam Hussein aveva “armi di distruzione di massa”. Un fake immenso. Bush invase l’Iraq facendo centinaia di migliaia di morti, civili soprattutto. Destabilizzando il Medio Oriente provocando una esplosione del terrorismo jihadista sunnita. E le famose armi di distruzione di masa? Nessuna! Non erano mai esistite! Un’altra bugia. Se la Corte Penale Internazionale fosse una cosa seria, avrebbe dovuto prendersela con Bush, e non con Putin e Netanyahu, che difendono gli interessi vitali dei loro paesi. E con Macron e gli altri leader europei che vogliono prolungare il massacro in Ucraina e trascinare i propri paesi in guerra, forse nucleare.

EUROPA SPENDE IN ARMI 56% PIU’ DELLA RUSSIA – Con il disegno altrettanto folle di spendere altri 800 miliardi di euro, togliendoli a scuole, sanità, pensioni,  in un inutile e assurdo “riarmo”. Quando nel 2024 la spesa militare dei paesi Ue e degli europei Nato (Turchia, Regno Unito, Norvegia) ha raggiunto 719 miliardi di dollari, un 56% più di quella russo, 461 miliardi. Inoltre, come rileva uno stufio dell’ Osservatorio dell’Università del Sacro Cuore di Roma, una parte della spesa russa serve a sostituire le perdite subite in Ucraina, e non aumenta il suo potenziale bellico. Quello europeo invece aumenta ogni anno. E non c’è nessun bisogno degli 800 miliardi di Ursula. Una manovra che nasconde intenzioni nascoste. Rafforzare i poteri della tecocraxia Ue, e quindi i suoi, per Von der Layen. Darsi una nuova legittimità da condottiere militare per Macron, ai minimi storici di popolarità in Francia. Qualcuno però mantiene il sangue freddo. Come il premier ungherese Orban, che ha respinto i piani guerrieri di Ursula e Macron. Il vicepremier italiano Salvini, che ha dichiarato “matto” Macron.  “Mentre il mondo vuole la pace Macron e qualcun altro in Europa parlano di bombe, di aerei di missili, di carri armati”. Macron già ha portato la Francia sul bordo del fallimento, com un debito pubblico di 3.300 miliardi. I francesi vogliono che se ne vada. Ma lui si aggrappa alla poltrona e crrca di resistere fino al 2027, tentando ora una  testosteronica fuga in avanti

La proposta bellica prende in giro i cittadini europei. Che già hanno subito pesantamente le conseguenze della guerra, che ha impoverito le classi modeste, medie, i pensionati. Arricchendo speculatori, multinazionali, lobby delle armi, banche. Dall’inizio della guerra gli europei hanno fatto di tutto per prolungarla. Ma, a parte Orban, non hanno mai proposto una tregua. Ci sono però sempre  Trump e Putin, decisi a raggiungere la pace e  imporla in Ucraina. Nonostante la isteria bellica di alcuni europei. Dopo la  decisione di Trump di bloccare gli aiuti militari e di intelligence a Kiev, il regime ucraino non potrà reggere più di qualche settimana Nonostante le sceneggiate di Macron.

– SIRIA, ATROCITÁ CONTRO GLI ALAWITI, JIHADISTI MASSACRANO FAMIGLIE INTERE, ANCHE I BAMBINI, PILE CADEVERI IN STRADA. CENTINAIA I MORTI

I jihadisti siriani dell’Isis, ora vestiti da asoldati siriani

Invece di parlare di fare la guerra a Putin, l’Europa farebbe meglio a difendere le minoranze dal nuovo regime jihadista siriano, vicino al ‘sultano’ turco Erdogan. A Latakia, sulle rive d Mediterraneo, è in corso da due giorni un massacro di civili alawiti da parte delle ‘forze di sicurezza’ del nuovo regime jihadista sunnita. Fonti locali riferiscono di stupri e atrocità. “Stanno uccidendo famiglie intere. Anche i bambini. Gli sparano a sangue freddo. Ci sono pile di cadaveri per strada” ha racconta un abitante di Banias, vicino a Latakia. Sono stati uccisi già più di 700 civili. Alcuni in crudeli esecuzioni, caratteristiche di Al Qaia e Isis. Da cui provengono i nuovi padroni di Damasco. Che la Turchia cercava di vendere come ‘moderati’. Gli alawiti/aleviti (10% della popolazione) sono il ramo più tollerante e liberale dell’Islam,vicino allo Sciismo. Per questo sono odiati dai nazi-jihadisti como ‘eretici’ e ‘blafemi’. E anche per appartenere alla stessa comunità dell’ex-presidente Assad. Il regime del neo ‘capo dello stato’ al Sharaa (‘al Julani quando era di Al Qaida) aveva promesso di non prendersela con le minoranze. Una promessa che ha retto pochi giorni. Gli Alawiti soprattutto, ma anche i cristiani sono da settimane oggetto di violenze e persecuzioni.  Dopo gli Yazidis, massacrati a migliaia dall’Isis (e migliaia di donne violentate e vendute come schiave sessuali) dieci anni fa, ora sono gli alewiti le vittime degli stessi nazi-jihadisti, che solo hanno cambiato casacca, mettendosi l’uniforme della polizia e dell’esercito siriani. Ma pronti a usare la stessa ferocia.

“Al Julani si era tolta la jellabah e si era messo giacca e cravatta per sembrare moderato, accusa il ministro degli esteri osraeliano Israel Katz. “Ora si è tolto la maschera e mostra il suo vero volto: è un terrorista jihadista della scuola di al Qaida che commette atrocità contro la popolazione civile alawita”. Una tragedia che dovrebbe ricordare ai molto mediocri leader europei – pensando anche, nel giorno delle donne, a quello che subiscono le donne nel ‘Emirato’ talibano in Afghanistan – che il nemico non è la Russia ma l’incontenibile espansione dell’islamismo salafita in Europa e ai suoi conf

PRIX NOBEL POUR TRUMP, PAIX IMMÉDIATE AVEC POUTINE. L’IDIOCRATIE EUROPÉENNE HUMILIÉE

12/2/25 – En 2009, le prix Nobel de la paix le plus ridicule de l’histoire a été décerné. Il a été attribué au président américain Barack Obama. Fraîchement élu. Alors qu’il n’avait encore rien fait. Parce que, disait-on, il allait instaurer la paix au Moyen-Orient. Ce qu’il n’a jamais fait. Au contraire, il a financé et armé les guerres en Syrie et en Libye, aidant et finançant les milices jihadistes, y compris les atroces salafistes violeurs et assassins de l’État islamique (ISIS). Officiellement, la motivation disait : « pour ses efforts extraordinaires en faveur du renforcement de la diplomatie internationale et de la coopération entre les peuples ». Vraiment ? Une mascarade. Et une banalité absolue. Mais le premier président noir des États-Unis était déjà une icône à la mode dans les bons salons de la politique européenne. Personne n’a protesté.

Caricature, Trump ignore les éuropéens, pour Poutine

Aujourd’hui, le prochain prix Nobel de la paix devrait logiquement être attribué à l’anti-Obama par excellence. Le haï et craint – surtout dans les bons salons européens – Donald Trump, sanguin et anarchiste, qui est revenu au pouvoir avec une poigne de fer. Il a déjà imposé, lui, une trêve (qui ne tiendra pas, car la pieuvre Hamas est encore vivante et puissante) dans la Grande Guerre de Gaza. Et, à peine quelques semaines après son installation à la Maison-Blanche, Trump a annoncé aujourd’hui avoir convenu, lors d’un long et cordial entretien téléphonique avec Vladimir Poutine, du lancement « immédiat » de négociations pour mettre fin à la guerre la plus absurde du siècle : celle d’Ukraine. Une guerre qui, selon lui, n’aurait jamais éclaté s’il avait été à la Maison-Blanche il y a deux ans, à la place du sénile Joe Biden.

Trump a déjà initié le processus de paix avec Poutine, un acteur clé pour la maîtrise des tensions internationales, que l’Occident, aligné sur Biden, a stupidement diabolisé et isolé au cours des deux dernières années. Alimentant ainsi une guerre insensée aux frais des contribuables américains et européens. Une guerre qui n’aurait jamais éclaté si l’Occident avait respecté les engagements pris avec Moscou lors du démantèlement de l’URSS. À savoir, ne pas permettre l’expansion de l’OTAN jusqu’aux frontières russes. Trump a remis à sa place le président ukrainien Zelensky, cet « idiot utile » utilisé par Biden et les dirigeants européens pour tenter d’humilier le géant russe, première puissance nucléaire mondiale. Zelensky a été transformé par une presse « militarisée » – selon l’ex-leader de Podemos, Iglesias – en une pathétique figure de Robin des Bois de la liberté, à qui l’on a offert des centaines de milliards, toujours prélevés dans les poches des contribuables européens et américains, pour entretenir une guerre insensée et inutile. Une guerre que la Russie ne pouvait de toute façon pas perdre et qui n’intéressait absolument pas l’Union européenne. Mais les dirigeants européens, de Macron à Scholz, trop jeunes pour avoir vécu les horreurs de la Seconde Guerre mondiale, se sont enflammés d’adrénaline et d’un furieux élan guerrier, se transformant en petits Napoléons. Oubliant ainsi de défendre les intérêts de leurs propres citoyens.

Caricature Zelensky

De l’argent jeté par les fenêtres pour une guerre perdue d’avance. Des fonds qui ont surtout servi à nourrir la corruption du régime ukrainien et à accélérer le massacre de centaines de milliers de jeunes Russes et Ukrainiens. Sans oublier l’appauvrissement des classes moyennes européennes et les gains faramineux engrangés par les spéculateurs, les banques et les magnats de l’industrie de l’armement.

Avec Trump, le bon sens revient. Le plan de paix du président américain confirmera en grande partie les revendications de la Russie. Avec un cessez-le-feu le long des lignes actuelles du conflit, la reconnaissance des droits de Moscou sur la Crimée et les régions russophones d’Ukraine, un veto sur l’adhésion de Kiev à l’OTAN, mais un « oui » à son intégration dans l’UE (une manœuvre astucieuse qui affaiblirait un concurrent commercial des États-Unis en absorbant un pays pauvre et hautement problématique). Un véritable boomerang pour l’Europe, perçue par Trump comme une rivale gênante. Toutes ces mesures sont logiques et inévitables, et sans la dangereuse stupidité des dirigeants occidentaux, elles auraient permis d’éviter dès le départ la guerre, la mort de milliers de jeunes des deux pays, l’explosion des prix en Europe et l’appauvrissement constant des classes moyennes. Il n’est d’ailleurs pas anodin que, lors de l’annonce des négociations avec Poutine, Trump ait complètement ignoré et humilié les « petits » Européens, pour négocier avec un interlocuteur qu’il respecte et considère à sa hauteur.

LA RÉVOLUTION TRUMP

À peine arrivé à la Maison-Blanche – et même avant – Trump a immédiatement commencé à transformer la politique et les relations internationales. Qu’on l’aime ou non. Il a propulsé Elon Musk (son successeur potentiel ?) dans une croisade contre la corruption et le gaspillage dans l’administration publique, ce qui devrait restituer des centaines de milliards aux contribuables américains. Il a lancé la fin de l’hystérie destructrice du « politiquement correct », qui contribue aujourd’hui à l’impuissance et au déclin de l’Europe. Face aux nouveaux leaders forts du « nouveau monde » – Trump, Poutine, le sultan néo-ottoman Erdogan, le Chinois Xi Jinping et l’Argentin Javier Milei – qui se partagent déjà le monde au détriment de la vieille Europe.

Trump affirme avec force les intérêts stratégiques des États-Unis. Il détient un pouvoir sans précédent. Et il l’exerce. Il lance des propositions que personne d’autre n’oserait formuler. Mais qui pourraient changer la face du monde. Comme l’idée de « racheter » le Groenland, caverne d’Ali Baba des matières premières et sentinelle stratégique des routes commerciales nordiques, ou encore de prendre le contrôle de la bande de Gaza, en déplaçant une grande partie de sa population (provisoirement ?), en éradiquant définitivement la « tumeur » Hamas et en reconstruisant sur les ruines de la guerre une oasis touristique garantissant la prospérité de ses habitants et la coexistence pacifique entre Israéliens et Palestiniens. Certes, le projet présente d’innombrables difficultés. Trump n’exclut pas non plus de donner son feu vert à une annexion de la Cisjordanie par Israël. Une autre bombe lancée contre le statu quo mondial. Des propositions brutales, politiquement incorrectes, venant d’un homme de pouvoir qui veut l’exercer, mais qui, peut-être, au bout du compte, pourraient mener – à haut risque – à la fin du conflit israélo-palestinien. Et quant au prix Nobel, qui osera le lui refuser… ?

PREMIO NOBEL A TRUMP, SUBITO PACE CON PUTIN. UMILIATA L’IDIOZIA EUROPEA

12/2/25 – Nel 2009 venne assegnato il Nobel per la Pace più ridicolo della storia appunto dei Premi Nobel. Andò al presidente americano Barak Obama. Appena eletto. Che ancora non aveva fatto nulla. Perchè, si diceva, avrebbe fatto la pace in Medio Oriente. Che non fece. Invece finanziò e armò le guertre di Siria e Libia, aiutando e finanziando le milizie jihadiste, fra cui gli atroci salafiti violentatori e massacratori dell’Isis. Ufficialmente la motivazione diceva “per gli sforzi straordinari nel rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione fra i popoli”. Ma no? Una pagliacciata. E una banalità assoluta. Ma il primo presidente Usa di colore era già di moda, icona nei salotti buoni della politica europea. Nessuno fece obiezioni..

Ora il prossimo Nobel per la Pace logicamente dovrebbe andare all’anti-Obama. per eccellenza. L’odiato e temuto – sempre nei salotti buoni europei – sanguigno e anarcoide Donald Trump, tornato al potere con pugno di ferro. Lui si, ha già imposto una tregua (che non reggerà, perchè la piovra Hamas è ancora viva e forte) nella Grande Guerra di Gaza. E a poche settimane dall’insediamento alla Casa Bianca, oggi Trump ha annunciato di avere concordato in una lunga e cordiale telefonata con Vladimir Putin, l’avvio “immediato” di trattative per porre fine alla guerra più stupida del secolo, quella d’Ucraina. Che non sarebbe mai iniziata, ha garantito, se alla Casa Bianca due anni fa ci fosse stato lui e non il senile Joe Biden.

Trump ha già lanciato il processo di pace con Putin, uomo essenziale per il controllo delle tensioni internazionali ,che l’Occidente, allineato su Biden, ha stupidamente demonizzato e isolato negli ultimi due anni. Alimentando una guarrea assurda, a spese dei contribuenti americani e europei, che non sarebbe mai inziata se l’Occidente avesse mantenuto gli impegni presi con Mosca all momento dello smantellamento dell’Urss. Non permettere l’ìespansione della Nato fino alle frontiere russe. Trump ha rimesso al suo posto il presidente urcraino Zelensky, utile idiota usato da Biden e dai dirigenti europei per cercare di umiliare il gigante russo. Prima potenza nucleare del mondo. Zelensky è stato trasformato da una stampa ‘militarizzata’ secondo l’ex-leader di Podemos Iglesias, in una patetica contro figura di Robin Hood della libertà, cui sono state regalate centinaia di miliardi presi sempre nelle tasche dei contribuenti europei e americani per alimentare una guerra insensata. E inutile. Che la Russia comunque non poteva perdere. E che non interessava assolutamente l’Unione Europea. Ma i leader europei da Macron a Sholz, troppo giovani per avere vissuto gli orrori dell’ultima guerra mondiale, si sono gonfiati di adrenalina e di virile furore guerriero, trasformandosi in novelli piccoli Napoleone. Dimenticando di tutelare gli interessi dei propri cittadini.

Soldi buttati dalla finestra, per una guerra persa in partenza. Serviti soprattutto per alimentare la corruzione del regime ucraino e accelerare il macello di centinaia di migliaia di giovani russi e ucraini. Nonchè impoverire le classi medie europee e garantire incasssi faraonici a speculatori, banche e boss degli armamenti.

Con Trump torna il buon senso. Il piano di pace del presidente Usa in buona parte confermerà le ragioni della Russia. Con un cessate il fuoco sulle linee attuali di conflitto, il riconoscimento dei diritti di Mosca sulla Crimea e sulle regioni russe dell’Ucraina, un veto all’adesione di Kiev alla Nato, ‘si’ invece a quella all’Ue (una mossa astuta che indebolirebbe un concorrente commerciale degli Usa, con l’assorbimento di umn paese povero e ultra problematico. Un boomerang per l’Europa, vista da Trump come una fastidiosa concorrente. Tutte mosse logiche e ineluttabili, che senza la pericolosa apparente stupidità dei leader occidentali avrebbero permesso fin dall’inizio di evitare la guerra, la morte di una infinità di ragazzi dei due paesi, l’esplosione dei prezzi in Europa, l’impoverimento costante delle se classi medie. Non a caso nell’ annunciare le trattative con Putin, Trump ha ignorato e umiliato completamente i ‘piccoli’ europei. Per trattare con un personaggio che stima e considera alla sua altezza.

RIVOLUZIONE TRUMP – Appena arrivato alla Casa Bianca, e già prima, il tycoon ha subito iniziato a trasformare la politica e le relazioni internazionali. Piaccia o non piaccia. Ha lanciato Elon Musk (suo possibile successore?) in una crociata contro corruzione e sprechi nell’amministrazione pubblica, che dovrebbe riportare nelle tasche dei contribuenti americani centinaia di miliardi, ha promosso la fine dell’isteria distruttiva del politicamente corretto. Che oggi contribuisce all’impotenza e al declino dell’Europa. Nei confronti dei nuovi leader forti nel ‘nuovo mondo’, Trump, Putin, il sultano neo-ottomano Erdogan, il cinese Xi Jinping, o l’argentino Javier Milei. Che già si stanno dividendo il mondo a sopese della vecchioa Europa.

caricatura Zelensky

Trump afferma con forza gli interessi strategici degli Stati Uniti. Ha nelle mani un potere senza precedenti. E lo usa. Lancia proposte che nessun altro oserebbe avanzare. Ma che potrebbero cambiare la faccia del mondo. Come quella di ‘comprare’ la Groenlandia, caverna di Ali Babà delle materie prime e ora sentinella strategica dei collegamenti del nord, o di prendere in mano la Striscia di Gaza, trasferendo buona parte dei suoi abitanti (provvisoriamente?) , sradicando definitivamente il tumore Hamas, ricostruire sulle macerie della guerra una oasi turistica che garantisca la prosperità dei suoi abitanti, e l’esistenza in pace di israeliani e palestinesi. .Certo, il progetto presenta infinite difficoltà. Trump non esclude neppure di dare il via libera a una annessione della Cisgiordania da parte di Israele. Un’altra bomba lanciata sullo status quo mondiale. Proposte brutali, politicamente scorrette, di un uomo di potere, e che vuole esercitarlo, ma che forse, alla fine, potrebbero portare alla fine, certo ad alto rischio, dell’eterno conflitto israelo-palestinese. E il Nobel, allo scomodo nuovo uomo più potente, del pianeta chi oserà toglierglielo…..

GAZA, COSTA BRAVA DEL MEDIO ORIENTE. GRANDE IDEA DI TRUMP. MA….

5/2/25 – Un’idea geniale. O demenziale Quaranta chilometri di spiagge dorate, acque azzurre, tramonti romantici, casette bianche e azzurre, resort scintillanti lungo il mare. Un sogno. A Gaza però… Il folle progetto poteva venire in mente solo a Donald Trump, anarcoide nuovo presidente Usa e uomo più potente e imprevedibile del pianeta. L’idea è semplice. E forse piena di buon senso. Dopo 15 mesi di bombardamenti israeliani, scattati in risposta alle atrocità di Hamas il 7 ottobre 2023, Gaza oggi è un cumulo di rovine. Distrutta al 90%. Inabitabile. La ricostruzione richiederà anni. Enormi investimenti. Con buone probabilità, se Hamas mantiene il controllo della Striscia, che tutto venga di nuovo distrutto prima o poi. Hamas vuole cancellare dalla superficie del mondo Israele e i suoi abitanti ebrei. Esce molto indebolita dai 15 mesi di guerra. Ma conserva il controllo di Gaza. E dei suoi abitanti. Incapaci di ribellarsi. Dopo 20 anni di dittatura islamica e di lavaggio di cervello jihadista, anti-israeliano nelle scuole. Ha perso 30mila miliziani. Ma ne ha già reclutati 15mila nuovi, molti giovanissimi.

Il piano di Trump sembra, sulla carta, il solo che potrebbe dare una soluzione – sbilanciata, terribile, radicale – all’irrisolvibile eterno conflitto israelo-palestinese. E in teoria, se attuato bene, permettere a israeliani e palestinesi, finalmente, di vivere bene e in pace. Cosa che non sarà mai possibile con Hamas. Che il premier israeliano Netanyahu e lo stesso Trump hanno promesso di distruggere. Hamas non potrà essere sradicato in un futuro prevedibile. È un cancro con metastasi in tutta la società palestinese. È la forza più potente a Gaza, ma anche la più popolare in Cisgiordania. Debole, corrotto, il Fatah, che fu di Yasser Arafat, oggi guidato dall’anziano presidente Abu Mazen, sarebbe spazzato via se oggi, dopo 20 anni, ci fossero finalmente delle elezioni fra i palestinesi. Certo il piano di Trump potrebbe risolvere tutto. O quasi. Sradicherebbe Hamas, svuotando Gaza e trasferendo altrove (ma dove? non li vuole nessuno!) i suoi due milioni di abitanti. La Striscia potrebbe essere ricostruita come un proficuo paradiso turistico. Sotto controllo americano. Ma per chi? Almeno una parte dei suoi abitanti palestinesi dovrebbe tornare. ‘Ripulita’ da Hamas..

Il piano di Trump comportainfinite difficoltà. La maggior parte dei due milioni di palestinesi di Gaza a priori non vogliono andarsene. Forse con forti incentivi (pagati con i petrodollari di Arabia Saudita e paesi del Golfo, propone Trump) molti potrebbero accettare. Durante la guerra tanti sarebbero fuggiti nel Sinai se la frontiera non fosse stata chiusa dall’Egitto. Bisognerebbe poi trovare paesi disposti ad accogliere almeno provvisoriamente due milioni di persone per buona parte indottrinate da Hamas. E decine di migliaia di miliziani/terroristi islamici con le loro famiglie, di membri dei clan malavitosi che affiancano Hamas. Al di là delle dichiarazioni di solidarità pubbliche nessuno stato arabo vuole i palestinesi. Per timore di un contagio terrorista. Già ci sono stati massacri di palestinesi in Libano e in Giordania. Amman e il Cairo hanno chiarito che non li accoglieranno. Forse Trump potrebbe convincerli con la sua caratteristica strategia del bastone e della carota (soprattutto bastone/dazi), già applicata con Messico, Canada e Colombia. Anche la Turchia del ‘sultano’ Erdogan non ne vuole sapere. E denuncia la illegittima crudeltà dello spostamento forzoso dei palestinesi. Dimenticando la pulizia etnica che ha praticato nel 1974 durante l’invasione del nord di Cipro – che tuttora occupa – terrorizzando e costringendo e all’esilio forzoso 200mila ciprioti.

C’è poi l’esplosivo problema della Cisgiordania. L’altra metà del povero pseudo stato palestinese, ormai ridotta a una pelle di leopardo dalla continua invasione di coloni israeliani spesso violenti. Un fatto che rende praticamente impossibile la soluzione dei ‘due stati’. Trump ha promesso di pronunciarsi entro un mese sulla sua possibile annessione da parte di Israele. Che scatenerebbe una sanguinosa insurrezione. E alla fine di questo mese di tregua a Gaza, la guerra potrebbe riprendere. Israele, ha ribadito Netanyahu a Washington, “vuole distruggere Hamas”. Il progetto di Trump per Gaza potrebbe essere una sorta di provocazione. In vista di un negoziato con il mondo arabo che porti alla realizzazione parziale del piano. Già nel suo primo mandato alla Casa Bianca, Trump aveva conseguito risultati sorprendenti. Aveva spostato l’ambasciata Usa a Gerusalemme da Tel Aviv. Riconoscendola come capitale di Israele. Una decisione storica. Aveva anche ottenuto la firma degli accordi di pace di Abramo fra Israele, Bahrain e Emirati Arabi. Allora però aveva l’appoggio della Russia di Putin, ora diabolizzata dall’Occidente per l’assurda guerra d’Ucraina. Trump ora prevede di ricucire con il leader russo. Il presidente americano è più potente che mai, e sembra determinato a cambiare la faccia del mondo.

Certo non gli dispiacerebbe un Nobel per la Pace.

GAZA, COSTA BRAVA DE ORIENTE MEDIO? LA GRAN IDEA DE TRUMP. PERO….

2/5/25 – Una idea brillante. O loca. Cuarenta kilómetros de playas doradas, aguas azules, románticos atardeceres, casas blancas y azules, relucientes complejos turísticos a lo largo del mar. Un sueño. En Gaza, sin embargo…

Este loco proyecto sólo se le pudo haber ocurrido a Donald Trump, anarcoide deshinibido nuevo presidente Usa y hombre más poderoso e impredecible del planeta. La idea es sencilla. Y quizás con algo de sentido común. Después de 15 meses de bombardeos israelíes, lanzados en respuesta a las atrocidades de Hamás el 7 de octubre de 2023, Gaza es hoy un cùmulo de ruinas. Al 90% destruida. Inhabitable. La reconstrucción llevaria años. Con enormes inversiones. Y lo más probable es que, si Hamás mantiene el control de la Franja, todo vuelva a ser destruido otra vezl, tarde o temprano. Hamás quiere borrar a Israel y sus habitantes judíos de la superficie del mundo. Sale muy debilitado de los 15 meses de guerra. Pero conserva el control de Gaza. Y de sus habitantes. Incapaces de rebelarse. Después de 20 años de dictadura islámica y lavado de cerebro yihadista y anti-israelí en las escuelas. Hamas ha perdido 30.000 milicianos. Y sus jefes. Pero ya ha reclutado a 15.000 nuevos, muchos de ellos muy jóvenes.

El plan de Trump parece, sobre el papel, el único que podría aportar una solución — claro desequilibrada, terrible, radical— al irresoluble y eterno conflicto israelí-palestino. Y en teoría, si se hace bien, finalmente podria permitir a israelíes y palestinos vivir bien y en paz. Lo cual nunca será posible con Hamás. Que el primer ministro israelí, Netanyahu, y el propio Trump han prometido destruir. No parece posible erradicar a Hamás en un futuro próximo. Es un cáncer con metástasis en toda la sociedad palestina. Es la fuerza más poderosa en Gaza. Y también la más popular en Cisjordania. Fatah, débil y corrupto, otrora dirigido por Yasser Arafat y ahora por el anciano presidente Abu Mazen, sería barrido si hoy después de 20 años por fin hubiera elecciones entre los palestinos. Por supuesto, el plan de Trump podría resolverlo todo. O casi. Erradicaría a Hamás, vaciaría Gaza, reubicaría a sus dos millones de habitantes en otro lugar (¿pero dónde? ¡Nadie los quiere!), por lo menos opor un tiempo, acabaria con la guerra. La Franja podría reconstruirse y convertirse en un lucrativo paraíso turístico.  Bajo control estadounidense. Pero para quien? Se permitira el regreso de la majoria de sus habitantes despues de la reconstruccion, ‘limpiados’ de Hamas.

El plan de Trump conlleva una infinidad de dificultades. La mayoría de los dos millones de palestinos de Gaza no quieren a priori irse. Tal vez con enormes incentivos (pagados con petrodólares de Arabia Saudita y los países del Golfo, propone Trump) muchos podrían aceptar. Durante la guerra, habrían huido al Sinaí si Egipto no hubiera cerrado la frontera. Se necesitaría entonces encontrar países dispuestos a acoger a dos millones de personas. Muchas de las cuales han sido adoctrinadas por Hamás. Y decenas de miles de terroristas islámicos con sus familias, y miembros de los clanes criminales que apoyan a Hamás. Más allá de las declaraciones públicas de solidaridad, ningún Estado árabe quiere a los palestinos. Por miedo a una infección terrorista. Ya ha habido masacres de palestinos en el Líbano y Jordania. Ammán y El Cairo han dejado claro que no los aceptarán. Tal vez Trump podría convencerlos con su característica estrategia de zanahoria y palo (sobre todo palos, y aranceles), ya aplicada con México, Canadá y Colombia. Ni siquiera la Turquía del sultán Erdogan quiere saber nada del asunto. Y denuncia la crueldad ilegítima del desplazamiento forzado de los palestinos. Tambien prohibido por la Onu. Olvidando la limpieza étnica que Turquia practicó en 1974 durante la invasión del norte de Chipre -todavía ocupado- aterrorizando y obligando a huir 200 mil chipriotas. Luego está el problema explosivo de Cisjordania. La otra mitad del pobre pseudoestado palestino, ahora reducida a una piel de leopardo por la continua invasión de colonos israelíes, a menudo violentos. Un hecho que hace que la solución de “dos Estados” sea imposible. Trump ha prometido comentar dentro de un mes sobre su posible anexión por parte de Israel. Lo cual desencadenaría una sangrienta insurrección.

Y al final de esta tregua de un mes en Gaza, la guerra podría reanudarse. Israel, reiteró Netanyahu en Washington, “quiere destruir a Hamás”. El plan de Trump para Gaza podría tambien ser una especie de provocación tactica. Con vistas a una negociación con el mundo árabe que conduzca a la realización parcial del plan. Ya en su primer mandato en la Casa Blanca, Trump había logrado resultados sorprendentes. Había trasladado la embajada de Estados Unidos desde Tel Aviv a Jerusalén. Reconociéndola como la capital de Israel. Una decisión histórica. También consiguió los Acuerdos de Paz  Abraham entre Israel, Bahréin y los Emiratos Árabes Unidos. Entonces pero tenía el apoyo de la Rusia de Putin, ahora demonizada por Occidente por la absurda guerra en Ucrania. Trump ahora planea arreglar las cosas con el líder ruso. 

El presidente estadounidense parece más poderoso que nunca y decidido a cambiar la cara del mundo. Ciertamente no le importaría recibir un Premio Nobel de la Paz.

A GAZA NASCE IL MONDO SECONDO TRUMP. ZELENZKY TRABALLA . LIBERO IL NELSON MANDELA PALESTINESE?

15/1/25 – Nel 2009 il Premio Nobel per la Pace venne assegnato al da poco presidente Usa Barak Obama. Perchè, i saggi di Stoccolma ne erano convinti, prima ancora che lo tentasse, avrebbe ottenuto la pace fra israeliani e palestinesi. Che invece naturalmente non arrivò. Una buffonata… Oggi è successo il contrario. Ancora prima di entrare nella Casa Bianca, Donald Trump ha imposto una impossibile tregua a Gaza, che Biden stava cercando da mesi di conseguire, invano. Burrascoso, imprevedibile, il repubblicano stà già restituendo agli Stati Uniti la leadership politica in un mondo allo sbando. E la capacità di imporre una pax americana. O meglio trumpiana. Aveva minacciato Hamas “dell’ inferno” se non restituiva gli ostaggi israeliani entro il 20 gennaio, giorno della sua investitura. E Hamas, su pressione dei suoi padrini Turchia e Qatar, ha ceduto.

Caricatura, Putin, Trump… e gli europei

Il prossimo passo sarà la pace in Ucraina, pure promessa dal candidato Trump “in 48 ore”. Forse ci vorrà qualche giorno di più. Ma succederà. E la pace si farà probabilmente ‘alla russa’, dopo due anni di una guerra assurda alimentata da dirigenti occidentali irresponsabili – costata decine di migliaia di morti, e centinaia di miliardi ai contribuenti europei e Usa – a spese del regime del presidente ucraino Zelensky. Sarà una sonora sconfitta per una debole Unione Europea, incapace di proteggere i propri interessi e quelli dei suoi cittadini, muovendosi invece agli ordini del predecessore di Trump, il democratico Joe Biden. Con il nuovo inquilino della Casa Bianca molto cambierà nei rapporti internazionali. In un mondo che dovrebbe diventare tripolare. Dominato da Usa, Cina e Russia, le tre potenze più influenti sul pianeta. Con una UE sempre meno influente. Il cui principale risultato – negativo – conseguito con l’allineamento sugli interessi americani in Ucraina è stato di allontanare la Russia dall’Europa. E dalla cooperazione. E di spingere al consolidamento di un contro-potere dei paesi emergenti con i Brics. Distratti dalla guerra ucraina, i paesi Ue stanno inoltre facendosi scacciare dalle loro aree di influenza tradizionali in Africa e Medio Oriente a beneficio di Russia, Cina e Turchia. 

Trump, il cui rapporto con Putin è sempre stato buono, ha già iniziato a muoversi in linea con la strategia di ampliamento del proprio spazio vitale seguita da Mosca. Che spera di fare tornare nella cooperazione internazionale. ‘Super Donald’ ha già fatto sapere che vuole mettere le mani sulla Groenlandia – paradiso strategico delle terre rare -, ribattezzare Golfo di America il Golfo del Messico (e le sue enormi riserve di petrolio), riprendere il controllo del Canale di Panama e fare del Canada il 51mo stato dell’Unione. 

Caricatura Putin, Trump

Il Medio Oriente, già fortemente cambiato dalle guerre di Israele (con la parziale distruzione di Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano, l’indebolimento di Teheran, l’aiuto alla caduta di Assad in Siria) rimarrà un campo di battaglia strategico per Trump. Che vuole ottenere un accordo di riconoscimento fra Arabia Saudita e Israele. E la distruzione “fino all’ultimo terrorista di Hamas” a Gaza. L’accordo di tregua (per ora) fra Israele e Hamas potrebbe cambiare molte cose per i palestinesi. Fra le centinaia di detenuti che Israele deve liberare dovrebbe esserci Marwan Barghouti, il ‘Nelson Mandela’ della Palestina, erede naturale di Yasser Arafat, in prigione da 20 anni. Barghouti, il politico più amato dai palestinesi, è considerato il solo leader in grado – se il miracolo sarà possibile – di ottenere un accordo di pace con Israele. Finora però i governi israeliani di destra si sono sempre opposti alla sua liberazione. Probabilmente perchè non sono favorevoli a un possibile accordo di pace che riconosca i diritti dei palestinesi con la formula di due stati. L’esecutivo di estrema destra di Netanyahu potrebbe porre ancora una volta un veto alla liberazione del Nelson Mandela della Palestina…

Marwan Barghouti

NACE EN GAZA EL MUNDO SEGÚN DONALD TRUMP, ZELENZKY TIEMBLA. ¿LIBRE EL NELSON MANDELA PALESTINO?

15/1/25 – En 2009 el Premio Nobel de la Paz fue otorgado al reciente presidente estadounidense Barak Obama. Porque, los sabios de Estocolmo estaban convencidos incluso antes de que lo intentara, lograría la paz entre israelíes y palestinos. Que por supuesto no llegó. Una broma de malo gusto… Hoy pasó todo lo contrario. Incluso antes de entrar en la Casa Blanca, Donald Trump impuso una tregua imposible en Gaza, que Biden llevaba meses intentando conseguir en vano. Tempestuoso e impredecible, el republicano ya está devolviendo el liderazgo político a Estados Unidos en un mundo en desorden. Y la capacidad de imponer una Paz Americana. O más bien Trumpiano. Había amenazado a Hamás con el “infierno” si no devolvía a los rehenes israelíes antes del 20 de enero, día de su investidura. Y Hamás, bajo la presión tambien de sus padrinos Turquía y Qatar, cedió.

Caricatura, Putin y Trump

El próximo paso será la paz en Ucrania, prometida también por el candidato Trump “en 48 horas”. Quizás sean necesarios unos días más. Pero sucederá. Y la paz probablemente se logrará ‘al estilo ruso’, después de dos años de una guerra absurda alimentada por líderes occidentales irresponsables – que costó decenas de miles de muertes y cientos de miles de millones a los contribuyentes europeos y estadounidenses – a expensas del régimen del presidente ucraniano. Zelenski. Será una derrota rotunda para una Unión Europea débil, incapaz de proteger sus propios intereses y los de sus ciudadanos, y que actúò bajo las órdenes del predecesor de Trump, el demócrata Joe Biden.

La Rosa Negra de Gaza

Con el nuevo ocupante de la Casa Blanca, muchas cosas cambiarán en las relaciones internacionales. En un mundo que debería volverse tripolar. Dominado por Estados Unidos, China y Rusia, las tres potencias más influyentes del planeta. Con una UE cada vez menos influyente. El principal resultado – negativo – logrado con la alineación con los intereses estadounidenses en Ucrania fue distanciar a Rusia de Europa. Y de la cooperación. Y presionar por la consolidación de un contrapoder de los países emergentes con los Brics. Distraídos por la guerra de Ucrania, los países de la UE también se dejan expulsar de sus tradicionales zonas de influencia en África y Oriente Medio, en beneficio de Rusia, China y Turquía. Trump, cuya relación con Putin siempre ha sido buena, ya ha comenzado a avanzar en línea con la estrategia de Moscú de ampliar su espacio vital. Que espera traer de vuelta a la cooperación internacional. ‘Super Donald’ ya ha hecho saber que quiere hacerse con Groenlandia – paraíso estratégico para las tierras raras -, rebautizar el Golfo de América como Golfo de México (con sus enormes reservas de petróleo), recuperar el control del Canal de Panamá. Y hacer de Canadá, el estado número 51 de la Unión.

Caricatura, Trump, Putin y los europeos

El Medio Oriente, que ya ha cambiado significativamente por las guerras de Israel (con la destrucción parcial de Hamás en Gaza, Hezbolá en el Líbano, el debilitamiento de Iran, la ayuda a la caída de Assad en Siria) seguirá siendo un campo de batalla estratégico para Trump. Quién quiere obtener un acuerdo de reconocimiento entre Arabia Saudita e Israel. Y la destrucción “hasta el último terrorista de Hamás” en Gaza.  El acuerdo de tregua (por ahora) entre Israel y Hamás podría cambiar muchas cosas para los palestinos. Entre los cientos de prisioneros que Israel debe liberar debería estar Marwan Barghouti, el ‘Nelson Mandela’ de Palestina y heredero natural de Yasser Arafat, encarcelado desde hace 20 años. Barghouti, el político más querido de los palestinos, es considerado el único líder capaz – si ese milagro sera posible – de lograr un acuerdo de paz con Israel. Sin embargo, hasta ahora los gobiernos israelíes de derecha siempre se han opuesto a su liberación. Probablemente porque no están a favor de un posible acuerdo de paz que reconozca los derechos de los palestinos, en la fórmula de los dos Estados. El gabinete de extrema derecha de Netanyahu podría volver a vetar la liberación del Nelson Mandela palestino…

Marwan Barghouti

LOS ANGELES IN FIAMME ! “MA CERTO, STUPIDO, È COLPA DEGLI EBREI”

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+ antisemitismo +

11/1/24 – I terribili incendi in California, che stanno distruggendo Los Angeles? Ovvio. “E’ colpa degli ebrei”. Un nuovo muro del suono della stupidità più becera è stato infranto da esponenti di una pseudo sinistra americana anti-israeliana, antisemita. Dovrebbe far ridere, per la totale idiozia del proposito. È invece preoccupante. Perchè esprime la crescita inarrestabile in tutto il pianeta della bestia immonda dell’ antisemitismo. A 80 anni del genocidio degli ebrei nei campi di concentramento hitleriani. La forma più bestiale di disumanità dei tempi moderni.

LA IN FIAMME

The Times of Israel racconta di un gruppo di “estrema sinistra” californiano, Code Pink, che accusa lo stato ebraico di essere corresponsabile del disastro. “Quando vediamo i soldi dei contribuenti Usa versati a Israele per bruciare vivi i palestinesi a Gaza, non possiamo stupirci che gli incendi arrivino fino a noi” spiega Code Pink. Non solo. Un’altra associazione anti-sionista, Within Our Lifetime, accusa gli ebrei di Israele di provocare i cambiamenti climatici che alimentano gli incendi in California. “Lanciando migliaia di bombe su Gaza, trasformata in un inferno in fiamme”. “Con conseguenze climatiche” che ora colpiscono Los Angeles, chiarisce Fatima Mohammed, una portavoce. Le teorie formulate finora sul cambiamenti climatici che colpiscono il pianeta vanno cambiate. Alla luce delle dotte rivelazioni della Sra Mohammed. È tutta colpa degli ebrei…

ANTISEMITISMO 1940, COPERTINA “I PROTOCOLLI DEI SAGGI DI SION”

Le atrocità perpetrate da Hamas il 7 ottobre 2023 (massacri, stupri, torture, mutilazioni seriali) contro i civili nel Sud di Israele hanno paradossalmente disinibito in tutto il pianeta la parola antisemita. Le cause? Ignoranza storica. rollo del quoziente intellettivo dell’umanità registato negli ultimi 50 anni. Siamo di 7 punti su 100 più stupidi dicono gli scienziati. Diminuisce lo spirito critico, che ci permette di guardare dietro la facciata di quello che ci vende il ‘pensiero unico’ veicolato da media e reti sociali. E di avere un pensiero autonomo. Quando ho presentato il mio ultimo libro “La Rosa Nera di Gaza” a Madrid, un assistento mi ha chiesto se non titenevo che il mondo fosse dominato dal capitalismo ebreo. Un altro se dovevamo sentirci eternamente corresponsabili dell’Olocausto Duemila anni fa l”espansione della religione cristiana aveva creato l’antisemitismo. “L’Ebreo” era responsabile della morte di Cristo. Duemila anni dopo, con motivazioni diverse, questa squallida teoria del capro espiatorio giudeo resuscita. Il filoso francese Maxime Rovere, nel libro “Cosa fare con gli imbecilli per non restare uno di loro” , epiega che gli imbecilli, grazie al concorso dei media e dei social, sono ogggi “più visibili, invadenti, rumorosi, organizzati”. “Fcciamo fatica, ammesso che non apparteniamo anche noi alla loro categoria, a sopportarli. Gerald Crabtee, professore della Stanford University, rileva  che siamo arrivati a un punto molto pericoloso dello spreco della nostra intelligenza: non la consideriamo più necessaria, e siamo convinti che ne possiamo fare a meno.

PARIGI,STUPRATA A 12 ANNI PERCHE’ EBREA

L’esplosione di un nuovo antisemitismo ‘analfabeta’ colpisce un pò ovunque. In Francia, il paese con la più importante comunità ebraica, più che altrove. Una recente inchiesta della comunità ebraica francese rileva un aumento del 400% degli incidenti antisemiti dal 7 ottobre 2023. Una degli episodi più atroci è stato lo stupro collettivo di una quasi bambina ebrea di 12 anni a Coubevoie, alla periferia di Parigi, da parte di 3 adolescenti al grido di “sporca ebrea”. Il clima di crescente linciaggio delle comunità ebraiche in Occidente è alimentato da parte delle sinistre, o meglio delle pseudo sinistre, schierate in difesa dei ‘palestinesi’ nella guerra di Gaza, provocata dai massacri di Hamas il 7 ottobre. Anche per interesse elettorale. Il recuppero dei voti delle comunità immigrate musulmanevdi seconda e terza generazione. 

Significativamente sinistre e movimenti femministi hanno a lungo ignorato – e ancora preferiscono guardare da un’altra parte – gli stupri delle donne israeliane perpetrati da Hamas il 7 ottobre. Forse perchè per le eleganti neo femministe signore di ‘Me Too’ violentare una donna in fondo è meno grave se lo stupratore è un ‘oppresso’ palestinese, e la donna… una ebrea, e israeliana. 

LOS ÁNGELES EN LLAMAS! “PERO CLARO, ESTÚPIDO, ES CULPA DE LOS JUDÍOS”..

+antisemitismo+

1/11/24 – ¿Los terribles incendios de California, que están destruyendo Los Ángeles? Obviamente, “la culpa es de los judíos”. Exponentes de la pseudoizquierda estadounidense antiisraelí y antisemita han roto una nueva barrera del sonido de la estupidez más vulgar. Debería hacer reír, debido a la total idiotez del propósito. Sin embargo, es preocupante. Porque expresa el crecimiento imparable de la bestia inmunda del antisemitismo en todo el planeta. A 80 años del genocidio de los judíos en los campos de concentración de Hitler. La forma más bestial de inhumanidad de los tiempos modernos.

Caso Dreyfus, caricatura antisemita 1900

The Times of Israel habla de un grupo californiano de “extrema izquierda”, Code Pink, que acusa al Estado judío de ser corresponsable de la catástrofe. “Cuando vemos que los contribuyentes estadounidenses pagan a Israel para quemar vivos a palestinos en Gaza, no nos sorprende que los incendios nos alcancen”, explica Code Pink. No sólo eso. Otra asociación antisionista, Within Our Lifetime, acusa a los judíos de Israel de provocar el cambio climático que alimenta los incendios en California. “Al lanzar miles de bombas Gaza se convirtió en un infierno abrasador”. “Con consecuencias climáticas” que afectan ahora a Los Ángeles, aclara Fatima Mohammed, la portavoz. Hay que cambiar las teorías formuladas hasta ahora sobre los cambios climáticos que afectan al planeta. A la luz de las eruditas revelaciones de la señora Mohammed. Todo es culpa de los judíos…

LA en flamas

Las atrocidades perpetradas por Hamás el 7 de octubre de 2023 (masacres, violaciones, torturas, mutilaciones en serie) contra civiles en el sur de Israel han desinhibido, paradójicamente, la palabra antisemita en todo el planeta. ¿Las causas? Ignorancia histórica. Colapso del coeficiente intelectual de la humanidad. Hemos bajado en los últimos 50 años. Somos de  de 7 puntos sobre 100 más estúpidos, dicen los científicos. El espíritu crítico disminuye.  No  nos permite mirar detrás de la fachada de lo que nos vende el ‘pensamiento único’ que transmiten medios y redes sociales. Y de tener pensamiento independiente. Cuando presenté mi último libro “La Rosa Negra de Gaza” en Madrid, un asistente me preguntó si no creía que el mundo estaba dominado por el capitalismo judío. Otro si tuviéramos que sentirnos eternamente corresponsables del Holocausto…

Manifestacion en Paris

Hace dos mil años la expansión de la religión cristiana creó el antisemitismo. “El judío fue responsable de la muerte de Cristo. Dos mil años después, con diferentes motivaciones, resucita esta escuálida teoría del chivo expiatorio judío. El filósofo francés Maxime Rovere, en el libro “Qué hacer con los imbéciles para no seguir siendo uno de ellos”, explica que los imbéciles, gracias a la competencia de los medios de comunicación y de las redes sociales son hoy “más visibles, intrusivos, ruidosos, organizado”. “Nos resulta difícil, suponiendo que no pertenezcamos a su categoría, tolerarlos. Gerald Crabtee, profesor de la Universidad de Stanford, señala que hemos llegado a un punto muy peligroso en el derroche de nuestra inteligencia: ya no la consideramos necesario y estamos convencidos de que podemos prescindir de élla.

Niña judía de 12 años violada en Paris al grito de “sucia judía”.

La explosión de un nuevo antisemitismo ‘analfabeto’ golpea a casi todas partes. En Francia, el país con la comunidad judía más importante, más que en ningún otro lugar. Una investigación reciente de la comunidad judía francesa constata un aumento del 400% en los incidentes antisemitas desde el 7 de octubre de 2023. Uno de los más atroces fue la violación colectiva de una niña judía de 12 años en Coubevoie, en las afueras de París, por 3 adolescentes al grito de “sucia judía”. El clima de creciente linchamiento de comunidades judías en Occidente está alimentado por la izquierda, o más bien por la pseudo izquierda, desplegada en defensa de los “palestinos” en la guerra de Gaza, provocada por las masacres de Hamás el 7 de octubre. También por intereses electorales. La recuperación de los votos de las comunidades inmigrantes musulmanas de segunda y tercera generación.

Es significativo que los movimientos de izquierda y neo feministas hayan ignorado durante mucho tiempo (y todavía prefieran mirar para otro lado) las violaciones de mujeres israelíes perpetradas por Hamás el 7 de octubre. Quizás porque para las elegantes damas neofeministas de ‘Me Too’ violar a una mujer es, en definitiva, menos grave si el violador es un pobre palestino ‘oprimido’. Y la mujer… una judía, y israelí.

SI ISRAEL TAMBIÉN AYUDA A AL QAEDA EN SIRIA… EL “APRES MOI LE DELUGE” DE JOE BIDEN.

12/06/24 – El anciano presidente estadounidense Joe Biden parece decidido a incendiar el planeta antes de partir y cedoer el asiento a Donald Trump el 20 de enero. En una especie de “Après moi le déluge” (“Después de mí la inundación”), según la fórmula del rey de Francia Luis XV, Biden intentó dramatizar aún más la guerra en Ucrania, autorizando a Kiev a utilizar los mortíferos misiles ATACM contra los territorio ruso. Una medida que podía provocar una respuesta nuclear de Moscú, había advertido el Kremlin. Sin embargo el presidente Putin ha reaccionado con moderación por ahora, esperando la llegada de Trump, que promete paz en 24 horas.

Ahora Biden también está intentando incendiar mas Oriente Medio, jugando una vez más la carta del apoyo a una rama de Al Qaeda en Siria. Como Obama hace 10 años en Siria con ISIS. Y antes con el apoyo estadounidense a Bin Laden en Afganistán, para derrocar a un gobierno laico y protector de los derechos de las mujeres cercano de Moscú. Sabemos cómo terminó en Kabul…

En los últimos días, aviones estadounidenses bombardearon las columnas de milicianos chiítas iraquíes, que acuden en ayuda del presidente chií aleví sirio, Bashar el Assad, amenazado por el avance de los yihadistas de Jahbat al-Nusra, nacidos de Al Qaeda. Una medida arriesgada que pretende debilitar a Rusia en otro frente, distrayendo fuerzas del frente ucraniano. Rusia es el aliado de Damasco con Irán y las fuerzas chiítas del Líbano e Irak. La ofensiva relámpago de los yihadistas, apoyados por la Turquía sunita del ‘sultán’ Erdogan, después de haber tomado Alepo, segunda ciudad y pulmón económico de Siria, se encuentra ahora a 100 kilómetros de Damasco.

Su victoria significaría la creación de un califato islámico sunita en Siria, fundado en la sharia. Y el fin de la protección de las minorías religiosas, y de las mujeres, hasta ahora garantizada por Assad. Nadie ha olvidado los horrores perpetrados por ISIS hace 10 años. Las masacres, ejecuciones sumarias, torturas, violaciones sistemáticas de miles de mujeres y niñas de la minoría yazidí, vendidas como animales y transformadas en esclavas sexuales. Cientos de ellas siguen en manos de sus captores yihadistas, con quienes tuvieron hijos. En una dramática complicación de su terrible calvario. Prácticamente ignorado por el resto del mundo.

Ahora Israel también está tomando partido por los yihadistas sirios. La fuerza aérea del Estado judío, informa Times of Israel, atacó depósitos de municiones del ejército sirio y concentraciones de fuerzas de Assad. En los últimos dos meses, Israel ya ha destruido varias posiciones del ejército sirio y sus aliados iraníes y libaneses, favoreciendo la ofensiva de los yihadistas. Hace diez años, en la primera fase de la guerra en Siria, Israel ya había ayudado a las fuerzas yihadistas, con la obsesión de derrocar a Assad, formalmente en guerra con el Estado judío. Y así atacar al archienemigo Irán, su aliado más cercano.

Otra paradoja del complicado y a veces oscuro equilibrio de poder en Medio Oriente. De hecho, Israel ayuda a los yihadistas salafistas suníes de Jahbat al-Nusra, cercanos a Hamás, al que el Estado judío combate y casi ha destruido en Gaza. Con la probable consecuencia, si Rusia e Irán son incapaces de bloquear la ofensiva yihadista, de tener en su flanco norte ya no un gobierno autoritario sino racional y de inspiración socialista, sino un Estado islámico intolerante y fundamentalista. Que probablemente se declarará como Hamas por la destrucción de Israel….

iSE ANCHE ISRAELE AIUTA AL QAIDA IN SIRIA. L’ “APRES MOI LE DELUGE” DI JOE BIDEN 

6/12/24 – L’anziano presidente americano Joe Biden sembra determinato a incendiare il pianeta prima di andarsene e di cedere il 20 gennaio  la poltrona a Donald Trump. In una sorta di “Après moi le déluge” (“Dopo di me il diluvio), secondo la formula del re di Francia Luigi XV, Biden ha tentato di drammatizzare ulteriormente la guerra in Ucraina, autorizzando Kiev a usare i micidiali missili ATACM contro il territorio russo.  Una mossa che poteva provocare una risposta nucleare di Mosca, aveva avvertito il Cremlino. Il presidente Putin fortuntamente  però ha reagito per ora con moderazione. Aspettando l’arrivo di Trump, che ha promesso la pace in 24 ore.

Ora Biden tenta un affondo anche in Medio Oriente, giocando di nuovo la carta dell’appoggio ad una emanazione di Al Qaida in Siria. Come 10 anni fa Obama, sempre in Siria con l’Isis. E prima ancora con l’appoggio Usa a Bin Laden in Afghanistan, per rovesciare un  governo laico e protettore dei diritti delle donne vicino a Mosca. Sappiamo come è andata a finire a Kabul…

Gli aerei americani negli ultimi giorni hanno bombardato le colonne di miliziani sciiti iracheni, che accorrono in aiuto del presidente sciita alevita siriano Bashar el Assad, minacciato dall’avanzata dei jihadisti di Jahbat al-Nusra, nati da Al Qaida. Una mossa azzardata che punta a indebolire la Russia su un altro fronte, distraendo forze dal fronte ucraino. La Russia è alleata di Damasco con l’Iran e le forze sciite del Libano e dell’Iraq. L’offensiva fulminea dei jihadisti, teleguidati dalla Turchia sunnita del ‘sultano’ Erdogan, dopo aver preso Aleppo, seconda città e polmone economico della Siria, sono ora a 100 chilometri da Damasco.

Una loro vittoria significherebbe la creazione di un califfato islamico sunnita in Siria, fondato sulla sharia. E la fine della tutela delle minoranze religiose, fnora protette da Assad.  Nessuno ha dimenticato gli orrori perpetrati dall’Isis 10 anni fa. I massacri, le esecuzioni sommarie, le torture, lo stupro sistematico di migliaia di donne e bambine della minoranza yazidi, vendute come animali e trasformate in schiave sessuali. Centinaia di loro sono ancora nelle mani dei loro aguzzini jihadisti, da cui hanno avuto dei figli. In una drammatica complicazione del loro calvario,. Ignorato praticamente dal resto del mondo.

A fianco dei jihadisti siriani si schiera ora anche Israele. L’aviazione dello stato ebraico, riferisce Times of Israel, ha attaccato depositi di munizioni dell’esercito siriano e concentrazioni di forze di Assad. Negli ultimi mesi Israele ha già distrutto varie postazioni dell’esercito siriano e dei suoi alleati. iraniani e libanesi, favorendo l’offensiva dei jihadisti. Già dieci anni fa nella prima fase della guerra in Siria Israele aveva aiutato le forze jihadiste, con l’ossessione di rovesciare Assad, formalmente ancora in guerra con lo stato ebraico. E di colpire cosi l’arci-nemico iraniano, suo stretto alleato.  Un altro paradosso dei complicati e a volte oscuri rapporti di forze del Medio Oriente. Israele infatti aiuta cosi i jihadisti salafiti sunniti di Jahbat al-Nusra, vicini ad Hamas che lo stato ebraico combatte e ha quasi distrutto a Gaza. Con la probabile conseguenza, se Russia e Iran non riusciranno a bloccare l’offensiva dei jihadisti, di avere sul fianco nord non più un governo autoritario ma razionale e di ispirazione socialista, ma uno stato islamico intollerante e  fondamentalista. Che probabilmente si dichiarerà come Hamas per la distruzione di Israele….

ALARMA SIRIA, AL QAEDA VUELVE AL ASALTO CON LA AYUDA DE ERDOGAN Y BIDEN

30/11/24 – La interminable tragedia siria se reaviva. El terrorismo yihadista, con una operación fulminante apoyada por la Turquía del ‘Sultán’ Erdogan, logró ocupar Aleppo, la segunda ciudad del país después de Damasco, martirizada por los islamo-nazis del Estado Islámico (ISIS) hasta su liberación en 2016. El ataque, que partió de las zonas del país aun ocupadas por Turquia y de Idlib, todavía en manos de terroristas islámicos, tomó por sorpresa a las fuerzas gubernamentales. Los salafistas suníes de Jabhat al-Nusra, nacida de Al Qaeda, entraron en Alepo al  grito de Allahu Akbar casi sin encontrar resistencia. Decenas de miles de civiles están huyendo. Nadie ha olvidado los horrores perpetrados por los hombres del ISIS, las masacres, las ejecuciones sumarias en público, las violaciones a gran escala.

No está claro por el momento quién, aparte de Turquía, está detrás de este nuevo intento de desestabilizar Siria, un país clave en el equilibrio de poder en Medio Oriente, y su presidente chiita aleví Bashar al Assad. Israel parece haber desempeñado un papel propiciatorio. En la guerra contra Hezbollah el Estado judío ha atacado repetidamente en la regiòn instalaciones militares de las fuerzas del gobierno sirio y sus aliados, la Guardia Revolucionaria iraní y las milicias chiítas libanesas. Israel ya jugó un papel ambiguo durante la primera fase de la guerra en Siria hace diez años, al favorecer el avance de las fuerzas de la Jihad, asociadas de los Hermanos Musulmanes y de Hamás, con el objetivo de debilitar al Estado sirio, oficialmente todavía en guerra con Israel y estrecho aliado de Irán y del Hezbollah libanés.

El ataque de ahora parece promovido tambien por la administración estadounidense de Joe Biden, que abandonará la escena dentro de algunas semanas reemplazado por Donald Trump, en un intento de distraer y debilitar en Ucrania a Rusia, aliada de Assad. Aviones americanos han atacado un convoy de las milicias chiitas de Irak enviados en apoyo de las fuerzas sirias contro los jihadistas. En los últimos días, Biden ya autorizó repentinamente a Ucrania a utilizar los mortíferos misiles estadounidenses ATACMS, rompiendo una de las últimas líneas rojas de Moscú. Que podría recurrir a armas nucleares. Una provocación muy peligrosa, que pretende impedir que su sucesor Trump pueda imponer rápidamente, como prometió, la paz en Ucrania. A la que, por ahora, sin embargo, el presidente ruso Putin ha respondido con relativa moderación. Sin duda esperando la llegada de Trump a la Casa Blanca.

ERDOGAN, ESCONDIENDO LA MANO TRAS LANZAR LA PIEDRA – La fuerza aérea rusa comenzó a bombardear a las fuerzas yihadistas en los alrededores de Alepo. Sin embargo, los yihadistas siguen avanzando hacia el sur, hacia Damasco. La situación sigue siendo fluida. Fiel a su estrategia de esconder la mano tras tirar la piedra, Ankara, responsable del ataque yihadista, fingió estar preocupada por el reinicio de la guerra y querer volver a la calma. Fuentes informadas han confirmado que Erdogan ha dado luz verde a la ofensiva yihadista. El sultán, que se considera el líder del mundo árabe islámico -a pesar de no ser árabe- había seguido la misma estrategia durante la primera fase de la guerra en Siria, apoyando, armando, protegiendo y financiando a los hombres del ISIS. Mientras lo negaba oficialmente. Y convencendo a la administración estadounidense de Barak Obama y Hillary Clinton en la primera fase de la guerra de que una “oposición islámica moderada” estaba luchando contra Assad y necesitaba ayuda y armas. Entonces quedó claro que la guerra contra Damasco fue librada principalmente por los atroces islamo-nazis del ISIS. El sunita Erdogan ha expresado repetidamente su odio personal hacia el aleví Assad, un presidente autoritario pero protector de las minorías religiosas. El sultán de Ankara no puede sino ver con buenos ojos el objetivo de los yihadistas de destruir el Estado laico sirio, como destruyeron el afgano, y proclamar en Siria la dictadura de un califato islámico sunita, basado en la Sharia. 

Sin embargo, al final Erdogan tuvo que resignarse. ISIS había sido derrotado y casi destruido por las fuerzas gubernamentales de Assad, con la ayuda de Rusia e Irán, las guerrillas kurdas sirias y turcas y las milicias chiítas libanesas de Hezbolá. Sin embargo, ahora parece que el sultán de Ankara quiere intentar de nuevo derrocar a Assad, aprovechando el debilitamiento de sus aliados. Rusia en la guerra en Ucrania, Hezbollah con los ataques de Israel, Irán en el choque remoto con el Estado judío. Y de la fragilidad de la Casa Blanca, en las últimas semanas locas de Biden en el Despacho Oval. Pero el riesgo, si la Jihad conquista Damasco, es incendiar definitivamente Oriente Medio, con consecuencias muy graves (emigración masiva, expansión del terrorismo, contagio de la guerra) incluso en Europa, ya al borde del precipicio con la guerra absurda. en Ucrania. ¿Esperando a Trump?….

UCRANIA: ¿DETENCIÓN BIDEN  POR CRÍMENES DE LESA HUMANIDAD?

23/11/24 – La Corte Penal Internacional tiene los órdenes de arresto fáciles. Y políticamente correctos. El año pasado emitió uno contra Vladimir Putin. Quien tranquilamente lo ignoró. Ahora ha fichado a tres más. Por crímenes de guerra. Contra Benyamin Nethanyahu y Yoav Gallant, su ex ministro de Defensa recientemente defenestrado. Y, para hacer creer que es imparcial, también anunció uno para el exjefe militar del grupo terrorista islámico Hamás, Mohammed Deif. Desgraciadamente, fallecido el verano pasado. ¿Cuándo el de Joe Biden? ¿Por crímenes de lesa humanidad? Hace dos años y medio provocó la guerra en Ucrania al negar a Moscú las garantías de seguridad prometidas en el momento de la disolución de la URSS. Y luego, dos meses después, impedio la solución política negociada en Estambul por Moscú y Kiev. Enviando a Kiev al entonces primer ministro inglés, Boris Johnson (definido como “un idiota” por la reina Isabel dos días antes de su muerte). Biden es por tanto, responsable de la muerte innecesaria de cientos de miles de jóvenes rusos y ucranianos, de destrucciónes sin fin, de unos costes enormes y del empobrecimiento general de las clases media y modesta de Europa y Estados Unidos.

Poster de guerra de la Armada Roja

Ahora con la desafortunada decisión de autorizar al aliado Zelensky a atacar el territorio ruso con los mortíferos misiles estadounidenses ATACMS pone a la humanidad en riesgo de una Tercera Guerra Mundial, potencialmente atómica. Con el agravante de haber tomado la decisión pocas semanas antes de abandonar la Casa Blanca, derrotado en las urnas, durante el periodo de transición entre dos presidencias. Demostrando una perseverancia culpable en querer prolongar, extender y inflamar un conflicto que su sucesor Donald Trump prometió detener “en 48 horas” nada más llegar al poder en enero.

La medida de Biden podría hacer que la paz rapida que Trump quiere imponer sea mucho más difícil, si no imposible. “La industria armamentista”, que ha obtenido beneficios estratosféricos de la guerra, gracias a Biden (82 años, a quien su propio partido obligó a no presentarse nuevamente por considerarlo senil) “quiere iniciar la Tercera Guerra Mundial antes de que mi padre tenga la oportunidad para traer la paz y salvar vidas” acusó el hijo y asesor de Trump, Donald jr.. Las esperanzas de evitar una extensión muy peligrosa del conflicto, que afectaría especialmente a Europa, dependen ahora principalmente de la posible moderación del ‘diabolico’ Putin, en su respuesta a los ataques del ATACMS.

El presidente ruso advirtió que se ha roto una línea roja y que el conflicto se esta volviendo global. Pero por ahora ha respondido con mesura. Con una advertencia seria pero limitada. Lanzó un nuevo misil nuclear balístico hipersónico contra Ucrania, pero con cargas convencionales. Una forma de dejar claro que Rusia, primera potencia atómica del mundo, tiene los medios para destruir Ucraina, y el planeta. Al incitar a Putin ( a quien la propaganda occidental presenta como una especie de dictador sediento de sangre) a la moderacion podria ser la  consideracion que esperando a que Trump llegue a la Casa Blanca Rusia podría obtener una paz mucho más ventajosa. La inminente llegada de Trump ha puesto en marcha varios  ‘bomberos’. El canciller alemán Sholz, que no había hablado con el ‘diablo’ Putin desde el comienzo de la guerra, mantuvo con el una primera conversación de una hora. El presidente turco el ‘sultán’ Erdogan ha anunciado un intento de mediación. El primer ministro húngaro, Orban, China y India se ofrecen a facilitar una negociación. El propio Zelensky dice ahora que la guerra podría terminar en 2025.

Ultima cita Putin/Biden, 7/12/21

Sin embargo, es muy poco probable que la “justicia” internacional tenga el coraje de desquitarse con Biden. Estados Unidos no reconoce la jurisdicción de la CPI. Como Rusia e Israel. Pero esto no impidió que el tribunal de La Haya pidiera la detención de Putin y Netanyahu, demonizados en Occidente por la opinión pública y una prensa “militarizada”, según la definición del fundador de Podemos, Pablo Iglesias.

Las órdenes de arresto contra los dos líderes israelíes destilan hipocresía. La CPI – que no ha movido un dedo contra el Estado Islámico (ISIS), responsable en Siria de la masacre de decenas de miles de civiles y de la violación sistemática de miles de mujeres y niñas yazidíes vendidas como ganado y utilizadas como esclavas sexuales por los yihadistas –  en un ingenuo intento de demostrar que era justa, también ordenó el arresto de Deif. Una burla: ¡el líder militar de Hamás en Gaza lleva muerto 4 meses! Y sin embargo es vergonzoso intentar equiparar un despiadado grupo terrorista yihadista que el 7 de octubre de 2003 mató, torturó y violó a centenares de civiles – solo  porqué judios y israelís –  provocando la guerra en Gaza, y un Estado democrático que, viendo amenazada su existencia, se defendió destruyendo la estructura militar de Hamás. Que se escondio detrás de los civiles palestinos, utilizados como escudos humanos, y ahora víctimas colaterales de la guerra. En muchos países occidentales está creciendo la desconfianza hacia una justicia nacional cada dia mas politizada y injusta. La justicia internacional tampoco se salva…

UCRAINA: QUANDO ARRESTO BIDEN PER CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ?

23/11/24 – La Corte Penale Internazionale ha i mandati di cattura facili. E politicamente corretti. L’anno scorso ne ha emesso uno contro Vladimir Putin. Che lo ha ignorato tranquillamente. Ora ne ha firmati altri tre. Per crimini di guerra. Contro Benyamin Nethanyahu e Yoav Gallant, il suo ex-ministro della difesa, da poco defenestrato. E, colmo del ridicolo, per fare credere di essere imparziale ne ha annunciato uno anche per l’ex-capo militare del gruppo terrrorista islamico Hamas, Mohammed Deif. Purtroppo però per la Cpi, morto l’estate scorsa. A quando quello per Joe Biden? Per crimini contro l’umanità. Per avere due anni e mezzo fa provocato la guerra di Ucraina negando a Mosca le garanzie di sicurezza promesse al momento della dissoluzione dell’Urss. E poi, due mesi dopo, impedendo una soluzione politica negoziata a Istanbul da Mosca e Kiev. Complice l’allora premier inglese Boris Johnson (definito “un idiota” dalla regina Elisabetta due giorni prima di morire).

Ultimo colloquio Putin/Biden, 7 dicembre 2021

Biden è cosi responsabile della morte  inutile di centinaia di migliaia di giovani russi e ucraini, di infinite distruzioni, costi enormi, e dell’impoverimento generale delle classi modeste e medie in Europei e Usa. E ora con la decisione sciagurata di autorizzare l’alleato Zelensky a colpire il territorio russo con i micidiali missili americani ATACMS fa correre all’umanità il rischio di una Terza Guerra Mondiale potenzialmente atomica. Con l’aggravante di avere preso la decisione a poche settimane dal lasciare la Casa Bianca, sconfessato dagli elettori, durante il periodo di transizione fra due presidenze. Dimostrando un colpevole accanimento nel volere prolungare, estendere, infiammare proprio prima di andarsene, un conflitto che il suo successore Donald Trump ha promesso di fermare “in 48 ore” non appena al potere in gennaio.

La mossa di Biden potrebbe rendere molto più difficile, se non impossibile, la pace rapida che vuole imporre Trump. “L’industria degli armamenti”, che con la guerra ha incassato guadagni stratosferici, grazie all’82nne Biden (che il suo stesso partito ha costretto a non ricandidarsi perchè ritenuto senile) “vuole avviare la Terza Guerra Mondiale prima che mio padre abbia l’opportunità di portare la pace e salvare vite!, ha accusato il figlio e consigliere di Trump, Donald jr. Le speranze di evitare una pericolosissima estensione  del conflito, che pagherebbe soprattutto l’Europa, dipende in primo luogo ora dalla possibile moderazione di Vladimir Putin nella risposta agli attacchi con gli ATACMS contro il suolo russo.

Il presidente russo ha avvertito che una linea rossa è stata infranta, e che il conflitto sta diventando mondiale. Ma per ora ha risposto con misura. Con un avvertimento serio ma limitato. Ha lanciato un nuovo missile nucleare balistico ipersonico contro l’Ucraina, ma con cariche convenzionali. Un modo di chiarire che la Russia, prima potenza atomica del mondo, ha i mezzi per distruggere l’Ucraina, e il pianeta. A incitare Putin, che la propaganda occidentale dipinge come una sorta di dittatore sanguinario, alla moderazione potrebbe giocare la considerazione che aspettando l’arrivo di Trump alla Casa Bianca, la Russia potrebbe ottenere una pace molto più vantaggiosa. L’imminente arrivo di Trump ha messo in moto vari ‘pompieri’. Il cancelliere tedesco Sholz, che dall’inizio della guerra non parlava al ‘diavolo’ Putin ha avuto un primo colloquio di un’ora con il presidente russo. Il presidente turco il ‘sultano’ Erdogan ha annunciato un tentativo di mediazione. Il premier ungherese Orban e la Cina offrono di propiziare una trattativa e lo stesso Zelensky dice ora che la guerra potrebbe finire nel 2025.

Caricatura Purin/Trump

E’ comunque molto poco probabile che la ‘giustizia’ internazionale abbia il coraggio di prendersela con Biden. Gli Usa non riconoscono la giurisdizione della Cpi. Come Russia e Israele. Ma questo non ha impedito al tribunale dell’Aja di chiedere l’arresto di Putin e Netanyahu, demonizzati in Occidente da una stampa ‘militarizzata’ secondo la definizione del fondatore di Podemos Pablo Iglesias. I mandati di cattura contro i due dirigenti israeliani trasudano ipocrisia. La Cpi – che non ha mosso un dito contro lo Stato Islamico (ISIS), responsabile in Siria del massacro di decine di migliaia di civili, dello stupro sistematico di migliaia di donne e bambine yazidi, vendute come bestiame e usate come schiave sessuali dai jihadisti – in un ingenuo tentativo di dimostrarsi equa, ha ordinato l’aresto anche di Deif. Una presa in giro: il capo militare di Hamas a Gaza è morto da 4 mesi! È comunque vergognoso il tentativo di mettere sullo stesso piano uno spietato gruppo terrorista jihadista che il 7 ottobre 2003 ha ucciso, torturato, stuprato centinaia di civili ebrei israeliani, provocando la guera di Gaza, e uno stato democratico che, vista minacciata la propria esistenza, si è difeso distruggendo la struttura militare di Hamas. Che si nasconde dietro i civili usati come scudi umani, vittime collaterali della guerra. In molti paesi occidentali cresce la sfiducia verso una giustizia nazionale politicizzata. Ora meno che mai si salva quella internazionale…

EN AMSTERDAM PRIMER POGROM EN EUROPA, 86 AÑOS DESPUÉS DE LA KRISTALLNACHT HITLERIANA

11/08/24 – Al final de la Segunda Guerra Mundial, y tras el suicidio de Adolf Hitler con su amante Eva Braun en el búnker de Berlín, los europeos se juraron “nunca más”. Nunca más habría guerra y nunca más se tolerarían los horrores del nazismo. Los campos de concentración. Los Hornos crematorios. Las cámaras de gas. Los pogroms.

Kristalnacht, tiendas judias destruidas

Bueno, otro juramento fallido, en esta Europa a la deriva, que ya ha resucitado la guerra, como un avión sin piloto. El jueves por la noche, 86 años después de la atroz Kristallnacht del 9 de noviembre de 1938, en la que hordas de nazis alemanes lincharon a miles de judíos indefensos, Europa vivió en Amsterdam  el primer pogrom desde el fin del Tercer Reich. Nuevas hordas, pero de cientos de islamo-nazis, persiguieron a decenas de civiles, mujeres, niños, hombres judíos indefensos. Culpables únicamente de haber venido a Holanda para ver un partido de fútbol, entre Ajax de Amsterdam y el Maccabi de Tel Aviv. Un pogrom organizado, en el que participaron principalmente inmigrantes islámicos, al grito de “Palestina Libre”. Escenas impactantes. Judíos perseguidos por grupos de matones armados con palos y cuchillos, enfurecidos, gritando “Allahu Akbar” en árabe. Cuerpos en el suelo golpeados con patadas en la cabeza, el pecho. Jovenes israelíes golpeados y escupidos, obligados a gritar aterrorizados el lema de Hamás, que quiere la destrucción de Israel y de sus habitantes judíos: “Free Palestine”. Como hace 86 años, las hordas nazis obligaron a los judíos alemanes a gritar “Heil Hitler”. Escenas intolerables en la Europa de los derechos humanos del siglo XXI. Y menos aún en un país, Holanda, que colaboró con el régimen nazi, deportando a decenas de miles de judíos, enviados a los campos de concentración de Hitler. Entre ellos también la pequeña Ana Frank, “vendida” a los alemanes por un vecino holandés.

VIOLADA A LOS DOCE AÑOS POR SER JUDÍA – Algo en los valores europeos seha roto. Ya en verano en Francia una chica de doce años ha sido violada, por ser judia, por tres jovenes.

En Amsterdam Las víctimas de linchamientos también denunciaron la pasividad de la policía olandesa. Se vieron patrullas pasando cerca de donde estaban linchando a judíos israelíes, sin intervenir. “Abandonamos a la comunidad judía durante la Segunda Guerra Mundial. Ayer la abandonamos de nuevo” admitió el rey de Holanda. Pero el espectro del antisemitismo, reavivado en Europa tras las atrocidades de Hamás el 7 de octubre de 2023, que provocaron la guerra en Gaza y ahora en el Líbano, no sólo amenaza a los Países Bajos. Toda Europa está bajo ataque. Debe declarar tolerancia cero hacia las fuerzas destructivas de los nuevos islamo-nazis.

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