SIRIA, ERDOGAN PONE CHAQUETA Y CORBATA A LOS YIHADISTAS, AHORA ‘ISLÁMICOS MODERADOS’… ¿QUÉ PIENSAN LAS MUJERES ESCLAVAS YAZIDÍES Y AFGANAS?

1/09/25 – ¡Tenemos suerte! ¡Estamos siendo testigos de un verdadero milagro en Siria! Los sanguinarios decapitadores y violadores en serie yihadistas de ISIS se han transformado en tolerantes “islamistas moderados”. Que Occidente, olvidándose de violaciones y atrocidades seriales , y de la terrible lección afgana, comenza a cortejar. ¡Un milagro firmado por el ‘sultán’ Erdogan!

Los nuevos señores de Siria son ex milicianoss de Isis y Al Qaeda, tele-guiados por el ‘sultan’ neo-otomano turco Erdogan. Que le hizo desfrazarse ahora con  chaqueta y corbata. Y los vende como “moderados” a Estados Unidos y Europa.  Detrás de este inteligente lavado de cara está el muy poderoso exjefe del servicio secreto turco Hakan Fidan, ahora ministro de Asuntos Exteriores. Alma maldita y posible sucesor de Erdogan. Hace ya diez años, en la primera guerra siria, el ‘sultán’ había intentado derrocar a Al Assad y hacerse con Damasco, apoyando a ISIS y otras facciones yihadistas. 

Mujeres en Kabul, 1972

Mujeres en Kabull, 2022

Sin embargo Rusia, Irán, las milicias chiítas de Irak y Líbano y los milicianos kurdos habían impedido una victoria yihadista. Y la transformación de Siria en un califato islamico vasallo de Türquia. En el segundo intento, ahora, Erdogan ha ganado. Y está intentando, por ahora, dar una imagen de respetabilidad al nuevo régimen liderado por el ex terrorista de Isis/Al Qaeda, al-Golani. Quien jura respetar a las mujeres y a las minorías. Como los talibanes en 2021, cuando reconquistaron Kabul, haciendo huir a las tropas de la OTAN, el pacto militar “más poderoso del mundo”, con el rabo entre las piernas en una retirada humillante….

En Siria, Occidente ya repitió hace diez  años el grave error cometido en Afganistán en 1989 al apoyar a sangrientas fuerzas yihadistas suníes para derrocar a un poder prorruso, autoritario, pero secular, protector de los derechos de las mujeres y las minorías. Armando y financiando a otro yihadista “moderado”, un tal Osama Bin Laden, el  futuro líder salafista de Al Qaeda. Las guerras afganas terminaron en 2021. Con la derrota de EEUU y OTAN y la victoria de los talibanes. Cuya promesa de respetar a mujeres y minorías duró sólo unas semanas. El tiempo de consolidar el control sobre el país.

Ahora las mujeres afganas, libres en los años 70 bajo el régimen prosoviético, y luego tras la derrota temporal de los talibanes, han regresado a la Edad Media. Son animales domesticos, esclavas de padres, hermanos, maridos. Todo les está prohibido: trabajar, estudiar, salir sin marido, padre, hermano, sin cubrirse con burka o niqab, hablar en público. Las azotan, las golpean, las insultan si no se cubren de pies a cabeza, si einseñan los tobillos, o salen solas sin un hombre. Es muy probable que suceda lo mismo en Siria, un pais laico, a pesar de los juramentos tácticos de al-Golani. Claro, Occidente intenta olvidar las atrocidades de Isis, las miles de mujeres yazidíes violadas y utilizadas durante años como esclavas sexuales por los milicianos de la Jihad. Muchas todavía están en sus manos. 

La zona de Idlib, que ha permanecido bajo el control de los yihadistas de al-Golani en los últimos años,  infunde miedo. Las mujeres tienen el mismo estatus que las afganas… El incidente ocurrido durante la visita a Damasco de los ministros de Asuntos Exteriores de Francia y Alemania sugiere lo peor. Al-Golani se apresuró a estrechar la mano del francés Jean Noël Barrot, un hombre. Mientras que se negó a tocar la de la alemana Analena Baerbock…. una mujer. Sería interesante escuchar lo que piensan los miles de mujeres yazidíes violadas sobre el “milagro de Damasco”, producido por la varita mágica del sultán Erdogan. O sus hermanas ahora encerradas en la gran prisión al aire libre que llaman Emirato Islámico de Afganistán. 

ULTIMO NATALE DI GUERRA PER L’UNIONE (SOVIETICA?) EUROPEA. È L’ORA DEI MACHO-LEADER: PUTIN, TRUMP, ERDOGAN…

25/12/24 – È stato il Natale della svolta. L’anno che inizia sarà molto diverso. Apparterrà a una generazione di ‘nuovi’ macho leader:  l’anarcoide Trump e la sua anima dannata Musk, il – per la propaganda occidentale –  Satana Putin, il Sultano neo-ottomano Erdogan.  Sarà anche probabilmente 87u l’inizio della decadenza politica dell’Ue – che il sociologo Bock-Coté paragona per alcuni aspetti all’Unione Sovietica – e della dittaturà del pensiero unico che ha espresso negli ultimi anni. Con i suoi piccoli leader, il francese Macron, il tedesco Scholz o lo spagnolo Sanchez (aggrappato alla poltrona nonostante gli scandali di corruzione). Allineati sul ‘piccolo’ presidente Usa Biden. Cui la guerra in Ucraina ha fatto toccare record di incompetenza. Ai danni dei loro stessi concittadini, impoveriti dal costo e dalle conseguenze economiche di una guerra assurda e inutile.Traformando la cultura della pace ad ogni costo – “mai più la guerra” – con cui l’Europa Unita è nata sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale, nel 1957, in una testosteronica logica bellica, di ritorno allo scontro armato come strumento per risolvere i conflitti politici. Un salto all’indietro di un secolo. 

LA PAX TRUMPIANA – Il 2025 segnerà una svolta per l’Europa. Con la fine della guerra in Ucraina. Che Trump ha promesso di imporre non appena alla Casa Bianca. Si insedierà il 20 gennaio. La pace darà in buona parte soddisfazione alle ragioni di Mosca. Come già previsto negli accordi di Istanbul, due anni fa (e decine di migliaia di morti fa). Fatti saltare da Biden e dall’allora premier inglese Johnson (“un idiota” per la ora defunta regina Elisabetta).  La pace farà tornare la Russia nei meccanismi di cooperazione internazionale da cui, demonizzata, è stata esclusa negli ultimi due anni. Con pesanti conseguenze per gli equilibri mondiali. Sarà troppo tardi per impedire le altre crisi gravissime – le guerre di Gaza e del Libano, la caduta della Siria nelle mani dei jihadisti pro turchi ex-Isis/Al Qaida – che sarebbero state evitate se Mosca non fosse stata marginalizzata da Biden e dall’Europa. E, dice Trump, se lui fosse stato alla Casa Bianca. Ma almeno il pugno duro e il ‘America First’ di Trump dovrebbero portare una certa stabilità.  La vittoria del tycoon alle presidenziali Usa ha già prodotto cambiamenti positivi. Tre paesi Ue hanno preso le distanze dalla linea bellica di Bruxelles. I premier di Ungheria e Slovacchia hanno visto Putin a Mosca. Scholz gli ha parlato al telefono per la prima volta dal 2022. Lo stesso prrsidente ucraino Zelensky parla ora di pace nel 2025. Alle ultime europee i partiti anti guerra hanno segnato progressi importanti, sconfiggendo quelli della nomenclatura bellicista . Alle politiche tedesche di febbraio è prevista una affermazione dell’Afd, pro Putin, e alle probabili legislative anticipate francesi dell’estate dovrebbe vincere il Rn anti-sistema di Marine Le Pen.  Ma il pensiero unico pro Ue, pro Nato e pro-Biden yin diversi paesi tenta ad ogni costo di impedire un cambiamento di rotta. Con metodi che ricordano quelli dell’ex-Urss verso i paesi satelliti. 

Romania, proteste contro ‘colpo di stato’ corte costituzionale

IL PRECEDENTE RUMENO – L’esempio più vistoso è quello della Romania. Il candidato antisistema e pro russo, Georgescu, è arrivato primo al primo turno delle presidenziali. Ma con una decisione senza precedenti la corte costituzionale, due giorni prima del secondo turno, che Georgescu avrebbe probabilmente vi to, ha annullato il voto. Sostenendo che attraverso Tik Tok (!) la Russia avrebbe influenzato il voto. Un modo per dire che gli elettori rumeni, quando ‘non votano bene’, sono imbecilli che si fanno dettare le proprie scelte da Tik Tok… Qualcosa di simile si è prodotto anche in Georgia. Alle presidenziali ha vinto il candidato anti Ue, l’ex calciatore  Kavelashvili. Ma la presidente pro-Ue uscente Zourabichvili si aggrapa alla poltrona denunciando presunte irregolarità . Rifiuta di andarsene. Convoca ogni giorno migliaia di sostenitori come scudi umani per evitare di essere mandata via manu militari. Una riedizione della cosiddetta  ‘rivoluzione ucraina’ di Piazza Maidan nel 2014. Quando migliaia di manifestanti per lo più di estrema destra, appoggiati da Ue e Usa e dai media occidentali, rovesciarono il presidente eletto pro-russo Janukovic. Un colpo di stato che ha aperto la strada poi verso l’attuale guerra con Mosca. E ad una interpretazione preoccupante della post-democrazia ‘brejneviana’ verso la quale sembra incamminarsi l’Ue. L’Urss di Brejnev, ricorda Bock-Coté, lasciava un certo spazio di manovra ai paesi satelliti se rimanevano nel solco del socialismo e della logica sovietica. Altrimenti rimetteva in riga chi pensava (e votava) male… 

ERDOGAN, SIGNORE DELLA SIRIA JIHADISTA, “IO E PUTIN GRANDI LEADER MONDIALI“- Il ‘sultano’ Erdogan, che finalmente dopo 10 anni di guerra è riuscito a rovesciare Assad e a conquistare Bagdad grazie agli alleati jihadisti ex-Al Qaidia e ex-Isis dell’Hts,, sposta ora il mirino contro le forze curdo-siriane, che controllano il nord est del paese. I miliziani curdi, che nella prima guerra di Siria avevano impedito, con la Russia, l’Iran e l’Hezbollah libanese, la vittoria dell’Isis, finanziata da Turchia e Qatar, ora sono attaccati dai jihadisti teleguidati da Ankara e bombardati dall’aviazione turca.  Erdogan, che sogna di ricostituire l’impero musulmano sunnita, ha inviato a Damasco Hakan Fidan, il molto potente ex-capo dei servizi segreti, oggi ministro degli esteri, per guidare i primi passi al potere dei suoi alleati jihadisti. Che cercano per ora di rassicurare l’Occidente. Una sorta di Isis in cravatta, teleguidata da Ankara. Erdogan punta a distruggere la Rojava,  l’entità curda autonoma creata nel nord della Siria. Erdogan ha ordinato ai curdi di deoorre le armi. o, ha minacciato, “li seppelliremo con le loro armi”. Il ‘sultano’ di Ankara, presente anche in Libia, è ora il nuovo uomo forte del Mediterraneo Sud. “Io e Putin siamo gli unici grandi leader” del.mondo, ha chiarito. Probabilmente non a torto. Nella generale mediocrità soprattutto europea,  sul podio dei grandi macho leader del mondo sale ora anche Trump.

ALARMA SIRIA, AL QAEDA VUELVE AL ASALTO CON LA AYUDA DE ERDOGAN Y BIDEN

30/11/24 – La interminable tragedia siria se reaviva. El terrorismo yihadista, con una operación fulminante apoyada por la Turquía del ‘Sultán’ Erdogan, logró ocupar Aleppo, la segunda ciudad del país después de Damasco, martirizada por los islamo-nazis del Estado Islámico (ISIS) hasta su liberación en 2016. El ataque, que partió de las zonas del país aun ocupadas por Turquia y de Idlib, todavía en manos de terroristas islámicos, tomó por sorpresa a las fuerzas gubernamentales. Los salafistas suníes de Jabhat al-Nusra, nacida de Al Qaeda, entraron en Alepo al  grito de Allahu Akbar casi sin encontrar resistencia. Decenas de miles de civiles están huyendo. Nadie ha olvidado los horrores perpetrados por los hombres del ISIS, las masacres, las ejecuciones sumarias en público, las violaciones a gran escala.

No está claro por el momento quién, aparte de Turquía, está detrás de este nuevo intento de desestabilizar Siria, un país clave en el equilibrio de poder en Medio Oriente, y su presidente chiita aleví Bashar al Assad. Israel parece haber desempeñado un papel propiciatorio. En la guerra contra Hezbollah el Estado judío ha atacado repetidamente en la regiòn instalaciones militares de las fuerzas del gobierno sirio y sus aliados, la Guardia Revolucionaria iraní y las milicias chiítas libanesas. Israel ya jugó un papel ambiguo durante la primera fase de la guerra en Siria hace diez años, al favorecer el avance de las fuerzas de la Jihad, asociadas de los Hermanos Musulmanes y de Hamás, con el objetivo de debilitar al Estado sirio, oficialmente todavía en guerra con Israel y estrecho aliado de Irán y del Hezbollah libanés.

El ataque de ahora parece promovido tambien por la administración estadounidense de Joe Biden, que abandonará la escena dentro de algunas semanas reemplazado por Donald Trump, en un intento de distraer y debilitar en Ucrania a Rusia, aliada de Assad. Aviones americanos han atacado un convoy de las milicias chiitas de Irak enviados en apoyo de las fuerzas sirias contro los jihadistas. En los últimos días, Biden ya autorizó repentinamente a Ucrania a utilizar los mortíferos misiles estadounidenses ATACMS, rompiendo una de las últimas líneas rojas de Moscú. Que podría recurrir a armas nucleares. Una provocación muy peligrosa, que pretende impedir que su sucesor Trump pueda imponer rápidamente, como prometió, la paz en Ucrania. A la que, por ahora, sin embargo, el presidente ruso Putin ha respondido con relativa moderación. Sin duda esperando la llegada de Trump a la Casa Blanca.

ERDOGAN, ESCONDIENDO LA MANO TRAS LANZAR LA PIEDRA – La fuerza aérea rusa comenzó a bombardear a las fuerzas yihadistas en los alrededores de Alepo. Sin embargo, los yihadistas siguen avanzando hacia el sur, hacia Damasco. La situación sigue siendo fluida. Fiel a su estrategia de esconder la mano tras tirar la piedra, Ankara, responsable del ataque yihadista, fingió estar preocupada por el reinicio de la guerra y querer volver a la calma. Fuentes informadas han confirmado que Erdogan ha dado luz verde a la ofensiva yihadista. El sultán, que se considera el líder del mundo árabe islámico -a pesar de no ser árabe- había seguido la misma estrategia durante la primera fase de la guerra en Siria, apoyando, armando, protegiendo y financiando a los hombres del ISIS. Mientras lo negaba oficialmente. Y convencendo a la administración estadounidense de Barak Obama y Hillary Clinton en la primera fase de la guerra de que una “oposición islámica moderada” estaba luchando contra Assad y necesitaba ayuda y armas. Entonces quedó claro que la guerra contra Damasco fue librada principalmente por los atroces islamo-nazis del ISIS. El sunita Erdogan ha expresado repetidamente su odio personal hacia el aleví Assad, un presidente autoritario pero protector de las minorías religiosas. El sultán de Ankara no puede sino ver con buenos ojos el objetivo de los yihadistas de destruir el Estado laico sirio, como destruyeron el afgano, y proclamar en Siria la dictadura de un califato islámico sunita, basado en la Sharia. 

Sin embargo, al final Erdogan tuvo que resignarse. ISIS había sido derrotado y casi destruido por las fuerzas gubernamentales de Assad, con la ayuda de Rusia e Irán, las guerrillas kurdas sirias y turcas y las milicias chiítas libanesas de Hezbolá. Sin embargo, ahora parece que el sultán de Ankara quiere intentar de nuevo derrocar a Assad, aprovechando el debilitamiento de sus aliados. Rusia en la guerra en Ucrania, Hezbollah con los ataques de Israel, Irán en el choque remoto con el Estado judío. Y de la fragilidad de la Casa Blanca, en las últimas semanas locas de Biden en el Despacho Oval. Pero el riesgo, si la Jihad conquista Damasco, es incendiar definitivamente Oriente Medio, con consecuencias muy graves (emigración masiva, expansión del terrorismo, contagio de la guerra) incluso en Europa, ya al borde del precipicio con la guerra absurda. en Ucrania. ¿Esperando a Trump?….

ALLARME SIRIA, JIHADISTI AL QAEDA TORNANO ALL’ASSALTO CON L’AIUTO DI ERDOGAN E BIDEN

30/11/2024 – La tragedia siriana senza fine si riaccende. Il terrorismo jihadista, con una operazione fulminea appoggiata dalla Turchia del ‘sultano’ Erdogan, è riuscito a occupare di nuovo Aleppo, la seconda città e la capitale economica del paese. Aleppo era stata occupata e martirizzata dagli islamo-nazisti dello Stato Islamico (Isis) fino alla liberazione intervenuta nel 2016. 

L’attacco, partito dalle zone del paese occupate dalla Turchia e da Idlib, sempre nelle mani dei terroristi islamici, ha colto di sorpresa le forze governative. I salafiti sunniti del gruppo Jabhat al-nusra, partorito da Al Qaeda, sono entrati in Aleppo al grido di Allahu Akbar quasi senza incontrare resistenza. Decine di migliaia di civili sono in fuga. Nessuno ha dimenticato gli orrori perpetrati dagli uomini dell’Isis, i massacri, le esecuzioni sommarie in pubblico, gli stupri su larga scala.

Non è chiaro per il momento chi ci sia, a parte la Turchia, dietro questo nuovo tentativo di destabilizzare la Siria, un paese chiave negli equilibri del Medio Oriente, e il suo presidente sciita alevita Bashar al Assad. Almeno indirettamente Israele ha giocato un ruolo propiziatorio. Nella guerra contro Hezbollah, lo stato ebraico ha colpito 70 nella regione le strutture militari elle forze governative siriane e dei loro alleati, i Guardiani della Rivoluzione iraniani e i miliziani sciiti libanesi. Israele ha già giocato un ruolo equivoco durante la prima fase della guerra in Siria 10 anni fa, favorendo l’avanzata delle forze della Jihad, legate ai Fratelli Musulmani ed a Hamas. Con il calcolo perverso di indebolire lo stato siriano, ufficialmente ancora in guerra con Israele e stretto alleato dell’Iran e dell’Hezbollah libanese. 

Il nuovo attacco sembra propiziato dall’amministrazione americana di Joe Biden, che uscirà di scena fra poche settimane sostituito da Donald Trump, nel tentativo di distrarre e indebolire in Ucraina la Russia, alleata di Assad. Biden sembra voler approfittare degli ultimi giorni al potere per infiammare ulteriormente il mondo e complicare i piani di pace di Trump. Aerei americani hanno bombardato un convoglio delle milizie sciite dell’Iraq, che veniva in soccorso delle forze siriane contro i jihadisti. Biden ha già improvvisamente autorizzato l’Ucraina a usare i micidiali missili Usa ATACMS contro il territorio russo,, infrangendo una delle ultime linee rosse di Mosca. Che potrebbe ricorrere all’arma nucleare. Una provocazione pericolosissima, che punta ad impedire che il suo successore Trump possa imporre rapidamente, come ha promesso, la pace in Ucraina. Cui per ora però il presidente russo Putin ha risposto con relativa moderazione. Senza dubbio in attesa dell’arrivo di Trump alla Casa Bianca.

ERDOGAN, NASCONDERE LA MANO DOPO AVER LANCIATO IL SASSO – L’aviazione russa ha iniziato a bombardare le forze jihadiste attorno ad Aleppo. I jihadistic però continuano ad avanzare verso sud, verso Damasco. La situazione rimane fluida. Fedele alla sua strategia di nascondere la mano dopo avere lanciato il sasso, Ankara, che è dietro l’attacco jihadista, ha fatto finta di essere preoccupata per il riavvio della guerra e di volere un ritorno alla calma. Fonti informate hanno confermato che Erdogan ha dato via libera all’offensiva jihadista. Il Sultano, che si considera il leader del mondo islamico arabo – pur non essendo arabo – aveva seguito la stessa strategia durante la prima fase della guerra in Siria, appoggiando, armando, proteggendo e finanziando gli uomini dell’Isis• Mentre ufficialmente lo negava. E convincendo nella prima fase della guerra l’amministrazione Usa di Barak Obama e Hillary Clinton che contro Assad lottava una ‘opposizione islamica moderata’ che bisognava aiutare ed armare. Era poi apparso evidente che la guerra contro Damasco era condotta principalmente dagli atroci  islamo-nazisti dell’Isis. Il sunnita Erdogan, ha più volte espresso un l’odio personale per l’alevita Assad, presidente autoritario ma protettore delle minoranze religiose. Il Sultano di Ankara non può vedere che con favore l’obiettivo dei jihadisti, di distruggere lo stato laico siriano, come hanno distrutto quello afghano, e proclamare la dittatura di un Califfato islamico sunnita in Siria, basato sulla Sharia. Erdogan però alla fine si era dovuto rassegnare. L’Isis era stata sconfitta e quasi distrutta dalle forze governative di Assad, con l’aiuto di Russia e Iran, dei guerriglieri curdi siriani e turchi e dei miliziani sciiti libanesi di Hezbollah. Sembra però ora che il sultano di Ankara voglia ritentare di rovesciare Assad, approfittando dell’indebolimento degli alleati di Assad. La Russia impegnata nell gjuerra in Ucraina, l’Hezbollah dagli attacchi di Israele, l’Iran dallo scontro a distanza con lo stato ebraico. E della fragilità della Casa Bianca, nelle ultime folli settimane di Biden nello Studio Ovale. Ma il rischio, se la Jihad conquisterà Damasco, è di incendiare definitivamente il Medio Oriente, con conseguenze gravissime 8emigrazione di massa, espansione del terrorismo, contagio della guerra) anche l’Europa, già sul bordo del precipizio con l’assurda guerra in Ucraina. Aspettando Trump?….

STUPRI A MIGLIAIA, MASSACRI, TORTURE: GLI ORRORI GIA’ DIMENTICATI DEI PADRINI DI HAMAS

 23/10/24 – Sono passati 10 anni, ma già il mondo ha dimenticato gli orrori, i massacri, le torture, lo stupro di migliaia di donne ridotte poi a schiave sessuali, degli islamo-nazisti dell’Isis in Siria e Iraq. Non se li ricordano chiaramente le masse del progressismo politicamente corretto occidentale, che scendono in piazza inneggiando ad Hamas, allievo nelle atrocità dei fratelli sunniti dell’Isis. Un anno fa, il 7 ottobre, migliaia di uomini di Hamas hanno invaso il sud di Israele, seguiti da centinaia di civili di Gaza. Hanno massacrato, torturato, mutilato centinaia civili inermi, stuprato le donne, colpevoli solo di essere ebrei e di avere avuto la sfortuna di trovarsi sul loro cammino. Quel giorno.Hamas ha cessato di essere un movimento politico armato, per diventare l’Isis palestinese.

Prigioniere ebree di Hamas

Dopo 10 anni un processo finalmente a Parigi contro un jihadista francese, Sabri Essid, accusato di avere partecipato agli orrori dello Stato Islamico in Siria, obbliga almeno la Francia a ricordare. Fra i numerosi documenti sequestrati ai capi dell’Isis dai guerriglieri curdi siriani e sciiti libanesi – che con l’Iran e la Russia hanno impedito che la Siria diventasse come l’Afghanistan un califfato islamico – ce ne sono di agghiaccianti. Come una nota che formalizza, come se si trattasse di bestiame, “prezzi e modo d’impiego delle schiave islamiche”. Il documento fissa le fascie di prezzo delle migliaia di donne catturate, soprattutto della minoranza politeista curda degli  Yazidi, considerati “adoratori di Satana” dall’Isis. Donne e bambine venivano messe in vendita accanto alle armi, agli esplosivi, alle cinture imbottite di mitraglia dei kamikaze. “Si vendevano anche  bambine, di preferenza vergini, fra 7 e 16 anni” ricorda, intervistato da France Télévision,  Bazhad Faran, che da dieci anni cerca di salvare le Yazidi ancora nelle mani dei terroristi islamici. Le bambine, spiega, costavano fra 7.000 e 14.000 dollari. I soldi non mancavano agli aguzzini dell’Isis, finanziati e armati dalle potenze sunnite, la Turchia, il Qatar,  l’Arabia Saudita, per rovesciare lo sciita alevita Assad.

Fawzia, quando venne sequestrata dall’Isis

Oltre 3.000 donne e bambine Yezidi sono state catturate nella zona del Monte Sinjar, violentate, usate come schiave sessuali. Secondo l’Organizzazione Mondiale delle Migrazioni, 1.277 Yazidi nel 2023 sono sempre nelle mani dei loro aguzzini. Nelle aree ancora controllate dall’Isis in Siria e Iraq, in Turchia, a Gaza, dove questo.mese l’esercito israeliano ha liberato una di loro. Fawzia Amin Sido oggi ha 21 anni. Era stata catturata nel 2014 dall’Isis, quando aveva 11 anni. È stata ripetutamente violentata, e venduta a uomini diversi.  Ha raccontato di essere stata costretta con altre Yazidi a Tal Afar qualche giorno dopo la cattura, a mangiare la carne dei loro bebé. La famiglia del suo ultimo aguzzino, un terrorista palestinese affiliato a Hamas e all’Isis, che è stata costretta a sposare e da cui ha avuto due fiigli, dopo la morte dell’uomo in Siria l’ha portata a Gaza. Con documenti falsi, passando dalla Turchia, come molti terroristi islamici. Nella Striscia continuava ad essere schiava sessuale e domestica del fratello del ‘marito’ e a lavorare in un ospedale  usato come base da Hamas.

In Siria e Irak, gli uomini dell’Isis si scambiavano le foto delle donne e delle bambine catturate, racconta Faran. “Il loro unico obiettivo era di violentare e maltrattarle”. E i ragazzini già a 7 anni erano costretti a combattere per i jihadisti. I tribunali islamici del ‘califfato’ rilasciavano contratti di vendita e atti di proprietà che autorizzavano i ‘padroni’ delle schiave a fare di loro ciò che volevano. Seguendo le norme fissate dall’Isis nell’opuscolo “I quindici comandamenti per fornicare con le prigioniere”. I giudici islamici autorizzavano lo stupro delle bambine dai nove anni in su, ma in teoria proibivano – bontà loro – di violentare le donne incinte. Nessuno però rispettava queste regole.

Ancora oggi probabilmente ci sono schiave Yazidi a Gaza,nelle mani di Hamas. Accanto alle donne ebree sequestrate e violentate il 7 ottobre 2023 nel Sud di Israele. Anche loro dimenticate. I due gruppi terroristici, dice Fawzia, usano gli stessi metodi brutali, disumani. “Non c’è differenza fra di loro”.

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